Un’Europa, stretta tra due superpotenze in pieno conflitto, sta tentando di proteggere il proprio futuro nel mondo con una guerra alle porte di casa e una spinta inflazionistica in grado di portare l’economia continentale in una situazione pericolosa. Aumentano i costi delle materie prime e dell’energia. I due Paesi più dipendenti dalla Russia per il gas sono Italia e Germania, due economie molto collegate che subiranno inevitabilmente un forte rallentamento del ciclo economico. Nel medio termine, per comprendere meglio l’evoluzione dell’inflazione bisognerà guardare alla durata della guerra e alle scelte dell’Europa rispetto all’aumento delle sanzioni verso la Russia.
In questo scenario inquietante, tre italiani su quattro sono preoccupati per l’inflazione e per la guerra in Ucraina. Sempre più alto l’aumento del costo della vita. Proprio per questo motivo si mettono in atto tutte le strategie per non soccombere alla crisi: dal taglio dei consumi (39%), a una particolare attenzione agli sprechi (37%), all’acquisto di prodotti in promozione o meno costosi (32%). Questi dati sono stati rilevati da Ipsos, durante l’incontro organizzato da Ansa in collaborazione con Federdistribuzione. Dati che rendono l’idea di un momento di grossa incertezza (78%, +10% rispetto al 28 febbraio) degli italiani, chiamati a far fronte a tutta una serie di ostacoli, dal Covid alla guerra, ai rincari.
Il Presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin, descrive “L’incertezza nel futuro dovuta all’aumento dei prezzi e alla guerra alle porte dell’Europa che ha reso reale il rischio di una contrazione dei consumi e un annullamento di quei cenni di ripresa economica dopo due anni difficili di pandemia”.
Un momento economico difficile che non prevede azioni drastiche, come ad esempio fare scorte alimentari o prelievo di contante, ma più un atteggiamento di cautela davanti ad acquisti più rilevanti, contenimento dei consumi di energia, automobile, pasti fuori casa, teatri, concerti o la scelta di soluzioni più economiche nei beni alimentari e per la cura della persona.
All’incontro è intervenuto il Viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto, che ha evidenziato le “misure messe in campo dal Governo nelle scorse settimane” – come ad esempio il taglio delle accise dei carburanti – per porre rimedio a quella che ha definito una “tempesta perfetta”, alle quali ora però “va affiancata un’azione più ampia, una vera solidarietà europea”: “Purtroppo la prospettiva di un’inflazione destinata a perdurare, ci spinge a guardare a misure incisive per sostenere le imprese e i consumatori”.
A causa del basso livello dei consumi, il Pil italiano crescerà del 2,5% nel 2022, contro il 3,8% previsto prima della guerra in Ucraina. Un’inflazione che sta salendo molto più dei salari e questo sta a significare che i lavoratori stanno perdendo potere d’acquisto, e quindi si stanno impoverendo. Un calo dei consumi giustificato per gli italiani.