Torino, città dei lavoratori, delle scoperte tecnologiche, delle auto e dello spazio, sta morendo. Sta morendo perché manca il lavoro, sta morendo perché i giovani scelgono di andare altrove, sta morendo perché mancano le idee. Ecco perché un candidato sindaco non può prescindere da questi elementi se vuole risollevare le sorti di una città.
I dati sull’economia torinese
Se si guarda alla fascia d’età che va dai 15 ai 64 anni, tradizionalmente considerata la fascia dei lavoratori, si nota come Torino sia la città italiana che negli ultimi 10 anni ha visto il calo maggiore (4%). Solo Cagliari riesce a fare di peggio, con il 5%.
A questo si aggiunge la capacità attrattiva di Torino per i giovani. Il capoluogo piemontese risulta infatti la penultima città del nord, seguita da Genova. Considerando invece la popolazione complessiva che migra nel territorio italiano, solo 0,9 su mille scelgono Torino, ultima città del nord.
Quali prospettive ha Torino per l’economia?
Come sottolinea il candidato sindaco per il centrodestra, Paolo Damilano, Torino deve ripartire dall’innovazione:
“Il lavoro si crea con le attività economiche, pertanto la programmazione dell’attività comunale privilegerà ciò che crea lavoro. […] Pensiamo di suscitare più impiego in molti modi, come vedremo, rendendo Torino attrattiva, innovativa, una città per giovani e famiglie, una città ideale per studiare e fare ricerca, una città ideale per divertirsi e svagarsi, per fare sport, per seguire la cultura, per abitare. Inoltre, a Torino rifonderemo una amministrazione amica, che risolve i problemi e che muove la città”.
Se tradizionalmente l’auto ha fondato l’economia torinese, il futuro dovrà necessariamente vedere una rivoluzione. Il settore automobilistico dovrà ripartire dall’elettrico. A proposito, nel programma di Damilano troviamo: “L’elettrificazione del settore automotive costituirà uno stimolo a innovare, ma anche a cercare nuovi riferimenti nel mondo per la filiera automotive.”
L’innovazione rilancerà l’economia
Nella città che vede eccellenze come il Politecnico, il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione, Alenia e via dicendo è quindi essenziale stimolare lo sviluppo tecnologico per supportare la crescita economica. Ma non vi saranno solo auto e aerospazio.
Damilano sottolinea infatti come “l’innovazione d’impresa a Torino è ai vertici italiani ed è un segno che il fermento del nuovo corre nel Dna dei tecnici, dei lavoratori, degli esperti ed accademici. Il rinascimento europeo fornirà stimoli e spunti di investimento, che coglieremo”.
Moltissimi sono i campi percorribili secondo il candidato sindaco: la bioedilizia, ad esempio, potrebbe vedere Torino come leader del settore. Torino vede un patrimonio edilizio dismesso impressionante, che conta “oltre un milione di metri quadri in aree brownfield e 500 mila metri in edifici esistenti che non richiedono bonifica e sono un’offerta unica”.
Insomma, le idee e le opportunità ci sono. Serve solo che vinca un candidato capace di sfruttarle.
1 commento
A Torino è necessario un totale cambiamento per riportare l’economia e l’occupazione ad un livello adeguato.
In questo modo si combatte la povertà.
Solo se il benessere delle famiglie si ripristina, dopo anni di disoccupazione diffusa. si potrà tornare a vivere serenamente.
Votate per chi vuole il benessere del popolo !!!