Il nuovo assetto mondiale che sembra delinearsi all’orizzonte appare nitido ed è, indubbiamente, multipolare. Gli Stati Uniti sono ormai consapevoli di dover affrontare, nel presente e nell’immediato futuro, un quadro diverso da quello che li aveva portati a ritenersi l’unica potenza del pianeta all’indomani del crollo dell’Unione sovietica.
Con la Cina pronta a sfidarli anche nel lungo periodo e la ripresa di nuovi e vecchi nemici (dalla Russia all’Iran passando per l’intricatissima foresta latinoamericana) il tempo dei sonni tranquilli è già alle spalle.
Alla luce di queste novità geopolitiche il libro “L’orso e il dragone. Russia e Cina, un’intesa per cambiare il mondo” di Federico Giuliani ed Emanuel Pietrobon, edito da La Vela edizioni, indaga sulle ragioni e le opportunità, per entrambi i contraenti, dei due maggiori antagonisti all’unipolarismo a stelle e strisce.
I due collaboratori di InsideOver chiariscono subito l’importanza della terminologia preferendo la parola “tattica” a quella “strategica” e il termine “intesa” ad “alleanza” spiegando come proprio dalle somiglianze con la storia del passato emergano queste differenze.
Un’intesa complementare quella individuata dagli autori che permette l’unione dell’apparato militare di Mosca con la spinta economica di Pechino che, parafrasando il generale prussiano von Clausewitz, non è che la continuazione della politica con altri mezzi.
Certo non è tutto oro quel che luccica e non mancano in Russia un po’ di paura, per la sindrome dell’accerchiamento che da sempre pervade il popolo eurasiatico, e di rabbia o almeno invidia per via del sovvertimento nei rapporti di forza determinatosi negli ultimi trent’anni con il gigante asiatico. Eppure è stato proprio l’Occidente, con l’allargamento della Nato verso est e il rilancio sotto l’amministrazione Obama per il controllo del Pacifico, a spingere a questa intesa Russia e Cina che in maniera graduale hanno visto messi a repentaglio i proprio spazi vitali e hanno trovato nell’altra nazione una comprensione dettata dalla stessa situazione vissuta sulla propria pelle.
Al netto di queste difficoltà e della necessità di superarle per ottenere dei risultati positivi da questa intesa Giuliani e Pietrobon ci forniscono un’immagine della stessa: la falange spartana, «il modus operandi dell’asse Russia-Cina ricorda una falange oplitica. Uno si sporge, l’altro difende. Uno protegge, l’altro attacca. Lo schema oplitico era ed è micidiale perché basato sulla logica dello spalleggiamento, della complementarità, e non è meno efficace se traslato dalla dimensione militare a quella delle relazioni internazionali».