L’isola di Poveglia è stata venduta. All’asta. A un imprenditore, non so se italiano o straniero, che, sicuramente, ne farà un luogo per turisti. Grandi alberghi e roba simile….
D’altro canto, si sta realizzando quella sorta di profezia che aveva fatto F.T.Marinetti. Venezia finirà chiusa in una cupola di vetro. Museo e attrattiva per turisti. Città morta, di fatto.
Poveglia trasformata in resort per danarosi stranieri. Emiri del petrolio. Ricchi texani. Se finirà la guerra, oligarchi russi… gente così, in sostanza.
Chissà, però, se riusciranno a… dormire.
Già… perché intorno a Poveglia gira una strana fama. O meglio dicono che vi si sentano strane voci. E si avvertano inquietanti presenze.
Una leggenda nera. A quanto sembra, però, abbastanza recente. Perché l’isola, nel corso della sua storia, tra le tante altre cose, è stata un Lazzaretto. Per gli ammalati di peste. Ma lazzaretto per gli appestati, Poveglia fu solo sul finire del ‘700. Poche decine di morti, non le migliaia di cui qualcuno favoleggia. Però ci sono altre storie lugubri… bambini sottoposti a folli esperimenti, un medico pazzo che si gettò dal campanile…. storie cosi, insomma.
La fama sembra l’abbiano creata alcuni decenni fa un gruppo di giovani americani. Improvvisati Ghostbusters. Che trascorsero, o meglio cercarono di trascorrere una notte tra le rovine dell’isola. E fuggirono. Terrorizzati.
Comunque sia, Poveglia è diventata l’isola dei fantasmi. Uno dei luoghi d’Italia infestati per eccellenza. Come il Castello di Fumone, nel Lazio. Dove, tra altre figure spettrali, dicono si aggiri il fantasma di Celestino V. O come Muro Torto a Roma. Sembra vi si possa vedere, in certe notti, addirittura l’ombra inquieta di Nerone.
Ma Poveglia ha un fascino tutto suo. Particolare. Perché è Isola di fantasmi, certo. Ma in una città, Venezia, che è diversa da ogni altra. Sospesa. Fuori dal tempo.
Proprio in questi giorni, in laguna, si cerca di risvegliare il Carnevale. Con grande fatica, immagino, dopo anni di chiusura. E il Carnevale, come attrattiva per i turisti, stenta a riprendere. La lunga stasi in nome della pandemia ne ha spento gran parte delle luci. E alienato fascino e interesse.
Però il Carnevale, quello vero,è altra cosa. È momento di frattura del diaframma che separa la nostra realtà ordinaria da… beh diciamo un altrove, da dove vengono, con le maschere, spiriti e demoni antichi. Fantasmi del passato e dell’inconscio collettivo.
Vestiti da Arlecchino e Pantalone.
La laguna, e le sue isole, sono luoghi magici. Chiaroscurali. Dove luce ed ombra giocano a rimpiattino, come maschere della Commedia arte.
Poveglia, pur bellissima nella sua natura, rappresenta un luogo di ombra. E di ombre.
Indipendentemente dalle visioni dei giovani americani in cerca di forti emozioni.
Ora è stata venduta… probabilmente un, abile, imprenditore, saprà ben sfruttare anche la sua sinistra fama.
Anche i fantasmi, in questa nostra epoca, rischiano di diventare merce. Solo merce o, peggio, fenomeni da baraccone.