Indignazione mediatica generale, in Italia, per come la giustizia egiziana affronta il caso Regeni. E già, l’Italia è proprio il Paese giusto per dare lezioni al mondo in termini di giustizia. Perché, evidentemente, il processo per la strage di Bologna non si è svolto in Italia. Con l’individuazione di “un” colpevole in modo da evitare di toccare “il” colpevole. E quando hanno cominciato ad emergere le notizie su cui vige ancora il segreto di Stato, la giustizia ha fatto finta di non sentire, di non sapere, di non capire. Ed ha ampliato le indagini sempre nella stessa direzione, quella sbagliata.
Eppure le notizie riservate erano quelle dello Stato, non di qualche estremista. Macché, chi vuole insegnare la giustizia agli egiziani si rifiuta di fare giustizia in Italia.
Un caso isolato? Assolutamente no. Perché la giustizia italiana, che pretende di esportare il proprio modus operandi, ha accuratamente evitato di trovare i colpevoli per la strage di Ustica. Oddio, hanno provato a replicare la farsa di Bologna, con l’immancabile appoggio dei media di servizio. Prima ipotizzando l’immancabile attentato del terrorismo nero, poi facendo fallire la compagnia aerea con l’accusa di cedimento strutturale. Infine ricorrendo al solito segreto di Stato per insabbiare il tutto.
Però, dall’alto di questa condotta irreprensibile, ci si indigna se l’Egitto non si allinea ai voleri dei magistrati italiani. Che, ovviamente, se ne fregano del ruolo della Gran Bretagna in tutta la vicenda Regeni. Così come, per le stragi o anche per il caso Moro, si è fatto finta di ignorare il ruolo di altri servizi segreti. Da quelli israeliani a quelli della Germania Est, passando per Mosca, Parigi, Washington e l’immancabile Londra. Senza dimenticare i palestinesi nemici di Arafat.
Ecco dove era finita tutta la sabbia sparita dai litorali italiani.. Ma ora ci si mette tutto alle spalle e si strilla contro l’Egitto e l’ingiustizia locale. Mica come in Italia..