Sette anni dal terremoto nell’Italia centrale. E la ricostruzione procede con una lentezza esasperante. Eppure i maggiordomi italiani di Biden si sono candidati per la ricostruzione dell’Ucraina. Inevitabile, dunque, che sorga qualche dubbio. La corte dei miracoli che governa questo Paese sta prendendo per i fondelli Zelensky o tutti i cittadini italiani a partire da quelli abruzzesi? La ricostruzione si preferisce farla in Ucraina perché ci sono meno controlli e la corruzione della banda Zelensky offre migliori opportunità?
Perché gli amichetti del folle di Kiev dovrebbero spiegare com’è possibile che in Abruzzo si proceda così lentamente mentre si è agili e scattanti se ci si occupa di Ucraina. Dovrebbero spiegare com’è possibile che i soldi italiani non si trovino mai quando devono essere utilizzati per gli italiani e, invece, siano pronti e disponibili se devono servire per aiutare la cricca di Zelensky.
E dovrebbero anche spiegare come ritengono possibile essere competitivi per la ricostruzione dell’Ucraina rispetto, ad esempio, al Giappone. Perché il biglietto da visita della ricostruzione dei paesi distrutti in Abruzzo dovrebbe scoraggiare qualsiasi governo onesto dal rivolgersi all’Italia. Preferendo, di conseguenza, le proposte nipponiche. E di altri Paesi. Ma, appunto, si parla di governi onesti, non di quella farsa messa in piedi da Zelensky.