Esistono libri che non sono soltanto dei libri.
È il caso de “L’Italia del Futuro” (pp. 303, 18€) recentemente dato alle stampe dalla sempre più imprescindibile casa editrice Eclettica di Alessandro Amorese.
Il volume raccoglie diciannove interventi di altrettanti esperti che fanno capo all’Istituto “Stato e Partecipazione”, un organismo che, lontano dalle ideologie, ma pienamente radicato nel pensiero non conformista, si è dato come obiettivo quello di raccogliere idee e proposte, in ambito economico, politico e culturale, utili ad aprire un fecondo dibattito su quanto ci aspetta a breve e a medio termine.

Un intervento che non resterà isolato, dal momento che questo “L’Italia del Futuro”, non è che il primo mattone di una serie di iniziative e ulteriori pubblicazioni che vedranno la luce nei prossimi mesi.
Uno strumento indispensabile per quella che un tempo si chiamava la “destra politica” che, dati i più recenti sondaggi elettorali, sarà chiamata prima o poi a fare i conti con il governo dell’Italia. Un’area politica “sovranista e identitaria” che dovrà passare dalla comoda posizione di chi sta all’opposizione, al momento in cui dovrà caricarsi del pesante fardello dei destini nazionali.
Su un aspetto tutti gli autori – in gran parte giovani – sono concordi. È necessario anzitutto contrastare le politiche globaliste per ridare fiato alla sovranità nazionale. E ciò non può essere fatto senza restituire allo Stato, e nella fattispecie all’Italia, il suo ruolo regolatore in ambito sociale, politico ed economico. Ne va della stessa sopravvivenza dei principi democratici: se le massime decisioni vengono prese altrove che fine fa la sovranità popolare garantita dalla Costituzione?

In secondo luogo l’Istituto si propone di rilanciare il primato della politica sull’economia, attraverso la ri-attualizzazione di principi, di azioni e persino di istituti che la follia neoliberista ha spazzato via. Un’ubriacatura ideologica che ha visto via via la burocrazia e la finanza mettere nell’angolo l’economia, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza dell’imprenditoria italiana.
Il volume è stato curato dal presidente dell’Istituto Francesco Carlesi, giovane studioso che ha alle spalle già una buona dose di pubblicazioni, nonché collaborazioni a riviste scientifiche quali “Nuova Rivista Storica” e “Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale”.
Alla prefazione dell’ex ministro Giulio Tremonti fanno seguito i saggi di Emanuele Merlino, Francesco Guarente, Stelio Fergola, Daniele Trabucco, Mario Bozzi Sentieri, Sandro Righini, il nostro direttore Augusto Grandi, Gian Piero Joime, Filippo Burla, Raimondo Fabbri, Ettore Rivabella, Gabriele De Paolis, Daniele Scalea, Flaminia Camilletti, Francesco Filini, Massimiliano Scorrano, postfazione Fabio Massimo Frattale Mascioli.

Gli argomenti sono i più vari: dal ruolo dell’Italia a livello internazionale, alla necessità di una nuova fase costituzionale, dall’agricoltura e dall’agroalimentare, alle politiche industriali, dalla partecipazione alla sovranità monetaria.
Un libro da leggere e da studiare, magari da discutere e da emendare. Ma che dimostra come non tutti la vedano come il Pensiero Unico Dominante vuole farci credere, ma soprattutto che esistono menti pensanti anche al di fuori del recinto del politicamente corretto.