“L’Italia ha dimostrato di contare in Europa”. A volte non si capisce se il lìder minimo sia un bugiardo della scuola di Renzi o uno che proprio non capisce, come un Giggino qualunque o uno Zingaretti in formato avvocato. Perché è davvero imbarazzante ritrovarsi con un presidente del consiglio che spara amenità a casaccio. L’Italia, in Europa, conta solo i soldi delle elemosine elargite in cambio della rinuncia ad avere un ruolo. Un qualsiasi ruolo. 60 milioni di italiani ridotti ad essere 60 milioni di accattoni. Tenuti sotto controllo dai revisori dei conti olandesi mentre solo Germania e Francia fanno politica.
Il lìder minimo non si è accorto, evidentemente, che la politica estera affidata a Giggino ed alla sua squadra di incapaci ha portato all’esclusione dell’Italia da ogni scenario internazionale. Non potrebbe essere altrimenti, visto il livello del governo. Daniele Lazzari, presidente del think tank Il Nodo di Gordio, riporta il tweet di Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, che vanta il successo italiano con i 53 ministri degli Esteri dell’Asean. Peccato che 53 fosse il numero del meeting mentre gli aderenti sono solo 10. Manco quello sanno al governo degli Incapaci. Di Stefano, un genio.
In Libia Sarraj ha annunciato le dimissioni il prossimo mese e, probabilmente, Giggino ed i suoi stanno ancora cercando di capire dove diavolo stia questo Sarraj. Perché “l’Italia che conta in Europa” non ha più voce in capitolo in Libia. Dove, è vero, i giochi li conducono Turchia e Russia, ma con una non irrilevante presenza francese. L’Italia, al servizio degli Usa, è rimasta tagliata fuori poiché alla Farnesina non si sono accorti che Trump si stava disimpegnando.
Allo stesso modo l’Italia è rimasta (prudentemente? vigliaccamente?) a guardare nello scontro tra Grecia e Turchia mentre, anche in questo caso, è stata la Francia ad intervenire con estrema decisione. Una Francia che non ha neppure rinunciato ad un ruolo in Africa.
Sul fronte orientale è invece la Germania a muoversi. A gestire i rapporti con Putin, a trattare con la Cina. Dimostrando a Giggino ed al governo degli Incapaci che tra il servilismo ed il muro contro muro esistono enormi spazi di manovra. Inutile illudersi che questo governo, con questi personaggi, possa fare di meglio. Carlo De Benedetti, in una intervista al Corriere della Sera, sostiene che il governo non ha una visione. E si riferisce all’economia ed all’utilizzo dei fondi europei. Ma la mancanza di visione è totale. Non solo in economia ma anche in politica estera, nella cultura, in ambito sociale. Ed allora è comprensibile che, in cambio di una montagna di soldi da restituire, il lìder minimo svenda la dignità di una Italia allo sbando. Non contiamo nulla in Europa.
Possiamo gioire per essere in cattiva compagnia, insieme ad una Spagna che, con altri Incapaci, non è in grado di approfittare dei potenziali rapporti con l’America Latina. Ma non è una grande soddisfazione.