“Il Paese va in rovina per mancanza di uomini, non per mancanza di programmi”. Un grande medico calabrese, Franco Corrado, ricordava ieri una frase di Codreanu (che non è un pastore sardo, tanto per aiutare i disinformatori della gauche caviar ed i “destri” che schifano la cultura) secondo cui un programma si può anche stilare in una serata, ma se poi manca il materiale umano anche il programma migliore non serve a nulla.

In Italia non corriamo questo rischio. Il materiale umano è pessimo, ma in compenso i programmi di alto livello non si sa neppure cosa siano. Forse, oggi, il simbolo di questa totale mancanza di qualità è rappresentato dal governo in stile asilo Mariuccia che ricorre al Tar contro l’Abruzzo per il prematuro passaggio da zona rossa ad arancione. Un ricorso che ha riportato la regione in rosso per ben un giorno. Uno solo. Ed il governo, per offrire una dimostrazione muscolare, ha sprecato tempo e risorse per arrivare a questo grande risultato. Non la chiusura, ovviamente, ma l’umiliazione di un presidente regionale e di una intera regione.
Ed allora ha ragione il bugiardissimo Renzi quando non vuole che i 209 miliardi siano gestiti dal lìder minimo e da Gualtieri e Patuanelli a capo di 300 pretoriani riducibili a 100. La qualità degli esperti governativi la si è vista in questi mesi, quando sono riusciti a distruggere l’economia nazionale, la psiche degli italiani e, contemporaneamente, a portare il Paese ai livelli più alti al mondo per l’indice di mortalità legato al Covid.
Ma Renzi ha torto marcio quando finge di credere che la classe politica sia migliore della banda degli esperti. Non una parola, da Renzi e Boschi, sulla follia di destinare alle “politiche di genere” il doppio delle risorse previste per la sanità.

Non è che un governissimo, come quello ipotizzato da Salvini e bocciato da Meloni, garantirebbe un salto di qualità. Un leader incapace di pretendere da Berlusconi la correttezza dell’informazione politica del Tg5 pretenderebbe di imporre decisioni utili ed intelligenti a ministri come De Micheli, Boccia, Patuanelli, Azzolina, Bonafede, Lamorgese, Bellanova?
È indispensabile creare un ceto dirigente, pubblico e privato, completamente nuovo, capace, onesto, competente. Servirà tempo, ma continuare ad affidarsi agli attuali politici, esperti e corpi intermedi significa, semplicemente, rassegnarsi al disastro finale.