L”Osservatorio sui Morti sul lavoro di Carlo Soricelli ha recentemente certificato che si sono già superate le mille vittime anche quest’anno. E mancano parecchi mesi per terminare il 2022. L’unica speranza sembra quasi che sia il taglio del gas russo, in modo da bloccare il lavoro e, di conseguenza, le stragi. Si potrà morire di fame e di freddo. Eppure, di fronte a vittime del lavoro sempre più numerose, i partiti sono muti.
Troppo impegnati a discutere di cose che non conoscono. Ma soprattutto troppo impegnati a prendere ordini dal padrone americano per accorgersi di quelle banalità nazionali tipo morti bianche, povertà, calo dei consumi. A cui seguiranno licenziamenti e chiusure.
Pare che questo non interessi. Meglio recriminare sulla mancata candidatura di uno, del posto in un collegio perdente dell’altro. Totale scollamento dalla realtà. E quando si prova a tornare alle vicende italiane, ci si scontra su questioni di 100 anni orsono per poter far vendere qualche libro in più agli Scurati di turno.
I politici, d’altronde, sono in buona compagnia. Perché sui giornali e nelle tv di potere non si trovano le notizie sui mille morti. Ai padroni non fa piacere che si conoscano le condizioni di lavoro riservate agli “inferiori” (per ricordare Villaggio). Dunque meglio occuparsi di influencer e cantanti che si battono per fermare le destre e conservare i propri privilegi (che queste destre non oseranno toccare).i morti no. Non sono interessanti se non sono ucraini. I morti sul lavoro non meritano la voce lamentosa di Simoni al Tg5. E non si può pretendere che le cantanti contro le destre lancino nuovi brani per tutelare i lavoratori. Così proletari, così poveri da non potersi permettere i costosi biglietti dei concerti delle artiste della gauche champagne.
Perché, in fondo, allo star system, dei lavoratori non frega assolutamente nulla. In caso contrario avrebbero materiale in abbondanza per attaccare il cognato della Meloni. Invece no. Polemiche inutili su vizi privati