In Italia ci sono musicisti, o per meglio dire, cantautori che hanno avuto successo con una canzone e hanno continuato a riscriverla e a riproporla per anni, cambiando un accordo qua e uno là, sostituendo il testo e l’orchestrazione di base.
Ma in sostanza rifanno sempre le stesse canzoni spacciandole per qualcosa di nuovo.
Ce ne sono altri che rubacchiano a destra e a manca da altri autori e con un’operazione di furbesco restyling cercano di farci credere che abbiano composto brani originali.
Per fortuna ce ne sono alcuni che percorrono strade inesplorate, che si mettono in gioco continuamente, anche a rischio di non accontentare il pubblico che li segue e li apprezza da anni.
Questi pochi, sono anche in grado di riproporre i vecchi successi con vesti musicali sempre diverse, sempre nuove ma sempre accattivanti.
È il caso di Paolo Conte.
Qualche settimana fa è uscito “Live in Caracalla”, un disco dal vivo registrato la scorsa estate a Roma, per celebrare il cinquantesimo anniversario di Azzurro.
Si tratta di una ricorrenza che doveva essere assolutamente ricordata, dal momento che la canzone, in origine scritta per Adriano Celentano, è diventata il secondo – o il terzo – inno nazionale insieme al Canto degli Italiani (impropriamente e volgarmente denominato Inno di Mameli) e a Nel Blu Dipinto Di Blu, che tutti ricordano come “Volare”.
Il nuovo lavoro dell’Avvocato di Asti mette insieme ventuno tracce che ripercorrono la sua pluridecennale carriera di compositore e di esecutore, con arrangiamenti nuovissimi.
Ci sono moltissimi classici: da Sotto le stelle del Jazz, a Diavolo Rosso, da Messico e Nuvole alle immancabili Azzurro e Via con Me.
Ma nello stesso tempo vengono rispolverati alcuni brani meno noti che, nella nuova esecuzione, riacquistano una freschezza che forse non riuscivano del tutto ad esprimere nelle versioni in studio.
Vale la pena pertanto di riascoltare canzoni come Gioco d’Azzardo, che in origine era contenuta nel disco Appunti di Viaggio del 1982, o la più recente Snob, tratta dall’album omonimo del 2014.
Grazie a nuove orchestrazioni le canzoni riprendono vita e ci restituiscono emozioni che non pensavamo di poter ancora vivere riascoltando brani che i nostri supporti multimediali ci hanno riproposto decine di volte. Merito anche degli eccellenti musicisti che le accompagnano.
Tra le tracce compare anche un brano nuovo di zecca: si tratta di Lavavetri.
L’autore l’ha presentata come un’emozione scaturita qualche anno fa mentre era fermo a un semaforo.
E solo un grande artista può riuscire a descrivere con poche pennellate una situazione banale trasformandola in un’opera d’arte.
E intanto, alla soglia degli 82 anni che compirà il prossimo 6 gennaio, Paolo Conte si appresta a partire per l’ennesima tournée. E si può essere certi che inanellerà una serie di sold out e successi ovunque. Come sempre, del resto…