Mino Giachino, leader del movimento Sì Tav Sì Lavoro, insiste sulla creazione di una Tav Valley che metta insieme Torino, Lione, Genova, Milano per poi guardare a Parigi. Già, perché Lione è collegata in modo soddisfacente con la capitale francese. In compenso Torino è collegata in modo indecente con il Nord Est. E va bene puntare a futuri rapporti economici e culturali al di là delle Alpi Occidentali, ma è assurdo penalizzare in modo vergognoso le attuali relazioni lungo l’asse Est-Ovest al di qua delle Alpi.
Eppure tutti tacciono. Come se l’unica realtà esistente oltre Ticino fosse Milano. Rafforzando, in tal modo, la dipendenza economica ed anche psicologica nei confronti del capoluogo lombardo. Oltre piazza del Duomo le cartine geografiche dei politici torinesi riportano la scritta “hic sunt leones”. Stefano Lo Russo, sindaco dell’ex capitale sabauda, va a Lione e Milano ma resta totalmente indifferente al peggioramento dei collegamenti ferroviari con Verona, Venezia, Trieste.
Ma lo stesso Giachino, scatenato sostenitore della Tav, sembra interessato esclusivamente alla tratta verso Lione. Si è dimenticato, probabilmente, che il famoso o famigerato corridoio europeo a sud delle Alpi non si doveva interrompere a Milano per poi deviare verso sud.
Perchè i collegamenti diretti da Torino a Venezia e Trieste sono stati praticamente aboliti? Perché tutti restano in silenzio? Tutti davvero convinti che sia meraviglioso dover cambiare treno a Milano quando si hanno bambini al seguito o anche solo bagagli ingombranti? Senza dimenticare che l’efficienza delle Ferrovie italiane rende ogni cambio di convoglio una vera scommessa.
Ovviamente l’indifferenza della politica vale anche per il fronte orientale. Il Triveneto non pare interessato a raggiungere Torino. E se deve arrivare a Parigi utilizza l’aereo.
E se tacciono i politici, non so da meno i gretini. Tutti in autostrada ad inquinare, ma loro muti. Evidentemente non salgono sui treni di cui parlano senza conoscere la realtà. Ma questa, per loro, non è certo una novità.