Ed ora, finalmente, partono le querele. La “partita del cuore” della nazionale cantanti, rovinata dalle dichiarazioni di una pressoché sconosciuta in cerca di visibilità, non è terminata. Proseguirà in tribunale poiché il “cattivo” Pecchini costretto alle dimissioni in quanto responsabile di atteggiamento sessista, ha deciso di querelare la “vittima” per aver raccontato ai media una serie impressionante di menzogne.

Ma a quel punto è sceso in campo anche Enrico Ruggeri raccontando, passo per passo, il susseguirsi degli avvenimenti. Con lo show fasullo della sedicente vittima (che non merita neppure di essere ricordata per nome), con l’invito a sedersi ad un altro tavolo non perché donna ma, semplicemente, perché non faceva parte della squadra dei cantanti (è come se una conduttrice tv si sentisse discriminata perché, prima di una partita, l’allenatore di una squadra non le consente di ascoltare ciò che ha da dire ai suoi giocatori).
Il peggio, però, doveva ancora arrivare. Perché di fronte ad una squallida operazione mediatica, i cantanti dimostrano tutta la propria qualità umana. E non è certo il massimo. Ruggeri racconta di colleghi nascosti nel cesso per non farsi trovare e non giocare; racconta della fuga di Ramazzotti senza neppure avvertire (e poi non ci si può stupire se la mela non cade lontano dall’albero); racconta della richiesta a Pecchini, che non c’entra nulla, di dimettersi per salvare la faccia ai cantanti rimasti. Pecchini si assume responsabilità che non ha e si dimette, la figlia ha un attacco di cuore per la tensione ma nessuno degli eroici cantanti si preoccupa.

Mediaset gestisce nel peggiore dei modi tutta la vicenda con dichiarazioni indegne dei giornalisti e dei conduttori. La partita si gioca ed è un flop totale. Tanti soldi in meno per aiutare chi è in difficoltà, ma chissenefrega. La “vittima” ha ottenuto una visibilità mai avuta prima, i cantanti politicamente corretti non hanno rovinato l’uscita dei loro nuovi dischi. La dignità è morta ma le promozioni degli album sono salve. Ed è quello che conta.