Dunque, io in questi articoletti, mi sono sempre riproposto di non parlare di Politica. Se non con qualche, più o meno velato, accenno ad avvenimenti, ma mai affrontati direttamente. Piuttosto come eco remote. Facendo un po’ mia la visione del Verga. Di una storia che passa sopra le storie degli esseri comuni. Li opprime, li condiziona, li tormenta. Ma resta qualcosa di lontano. Inafferrabile e, soprattutto, incomprensibile.
Sì, certo. Della pandemia, vera o presunta, ho parlato… Ma più che in chiave politica – scientifica lasciamo perdere, non continuiamo a prenderci in giro – come fenomeno di costume. O meglio di degrado, dissoluzione dei costumi. Per lo meno di quel poco che ancora ne era rimasto.
Ora, però, di fronte a questi Venti di Guerra (permettetemi di usare tale frusto luogo comune, era da tanto che ne avevo voglia… ) che diamine posso scrivere? Fare finta di niente? E, in effetti, una mezza idea di dedicare il pezzo di oggi al Dottor Balanzone o a Pantalon de’ Bisognosi, ce l’avrei anche avuta. E magari veniva pure fuori qualcosa di decente…anche se immagino la faccia ironica del Direttore….
Solo che…sono in treno. Non ho molto da fare. Manco il vagone ristorante dove, in tempi più civili, potevi passare un’oretta, mangiare non malaccio… e magari attaccare bottone con la, solitaria, signora del tavolo accanto.
Oggi, manco uno di quei paninacci di gomma e mortadella rancida…
E allora mi sono messo a seguire le notizie. Su vari siti. Italiani e non solo. E, insomma, per quanto uno voglia chiamarsi fuori, vedere la Faccia di Putin nel discorso di ieri sera… Questo Discorso al suo popolo – che mi ha ricordato l’appello “Ai miei popoli” di Francesco Giuseppe nel 1914 – e leggere quanto ha detto. E vedere le reazioni occidentali, dalla demenza senile che siede nello Studio Ovale fino all’ultima ruota del carro (leggi il governo di Roma)… E scoprire – da siti di biechi negazionisti, probabilmente nostalgici di Stalin, Hitler e perché no anche di Gengis Khan e Capitan Uncino – che nel Dombas le truppe di Kiev stanno facendo carne da porco della popolazione russa. E non da sole, ché è arrivata in loro soccorso una legione georgiana (paese, la Georgia, notoriamente confinante con l’Ucraina) più alcune migliaia di “consiglieri” americani, inglesi, e si mormora anche polacchi, Baltici e, secondo i soliti complottisti bacati, anche aerei da guerra italiani. Che però, secondo la nostra tradizione, sganciano , o comunque sganceranno a breve, tonnellate di caramelle per i bambini del Dombas. Che, però, purtroppo non potranno goderne un granché. Perché molti sono già morti sotto le macerie delle loro scuole sotto le bombe, vere, gentilmente fornite a Kiev dalla NATO. Della quale, per inciso, facciamo parte anche noi..
Gli altri stanno venendo evacuati, insieme a tutti quelli non in grado di combattere, in territorio russo.
Niente di che… una piccola pulizia etnica, una delle tante cui ci ha abituato ormai questo Meraviglioso mondo, il migliore dei Mondi possibili. Che distrugge le, autentiche, identità nazionali e culturali, utilizzando spesso il pretesto di rivendicazioni anacronistiche, tribali, irreali e inventate… Perché Leviathan prospera nel dividere, frammentare, infrangere. Generare il caos. Se non vi è chiaro il riferimento: Carl Schmitt, Terra e Mare.
Comunque, sui nostri media grande stupore per la reazione di Putin. Ormai comunemente chiamato il Conte Vlad. Con palese riferimento a Dracula. Assetato di sangue.
Ora, per carità, mica stiamo parlando di Padre Pio o del Mago Zurlì… Il Direttore ricorderà sicuramente i fasti dello Zecchino d’oro…
Putin è un abilie stratega. Un politico duro e cinico. Lo ha dimostrato più volte. Ma non è un fanatico ideologico, un pazzo con smanie di grandezza. Non potrebbe esserlo. Nel Primo Direttorio del KGB, dove si è formato ed ha fatto carriera, prendevano solo gente seria. Ed equilibrata.
Non cerca la guerra. Soprattutto perché sa che sarebbe dispendiosa. E difficile da vincere. Molto.
Ma ce lo stanno tirando per i capelli. Nonostante il cranio calvo.
E poi gli altri sarebbero migliori di lui? Il buon Joe Biden, è stato uno dei principali fautori al Senato , pur da Dem, delle due guerre del Golfo, presentando anche un progetto per smembrare l’Iraq. Evidentemente, fare a pezzi i paesi altrui, è un giochino che gli è sempre piaciuto. Fin da ragazzino…. Ed ha sostenuto le politiche nella ex Jugoslavia, la secessione kosovara. I bombardamenti di Belgrado…. Non proprio Madre Teresa di Calcutta no?
E poi glissiamo sul Nobel per la pace ad Obama. Le cui politiche hanno fatto la gioia dei fabbricanti di armi.. Fu, quel Nobel, un esempio di leccaculismo (mi scusino le Signore) senza pari.
Che trova però paragone nelle Laudi che i nostri media tessono del divino Draghi. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensano i bambini greci morti di fame e malattie, quando proprio lui chiuse, dalla Bce, i bancomat in tutto il paese. Per garantire le grandi banche tedesche, francesi… E i suoi amici di Wall Street.
Però il cattivo, unico e solo, il Babau, è Putin. Lo spauracchio. Tutti i Media occidentali, allineati e coperti ad alzare il livello di allarme. La guerra è imminente. Perché Putin è cattivo. E sarà per colpa sua se i prezzi e le bollette andranno alle stelle. Se i giovani non troveranno lavoro. Se le nostre aziende falliranno e gli speculatori esteri si porteranno via tutti i gioielli di famiglia. La colpa è tutta di Putin. Come sino ad ora era del Covid. Narrazione, spauracchio che si è ormai appannato, nonostante i delirii perduranti di Speranza. Preciso: non la Virtù Teologale.
Allora serve urgentemente un nuovo Cattivik. Uno spauracchio. Vladimir Putin è perfetto per tale ruolo.