Terminata l’orgia di menzogne di Malagò e dei suoi giornalisti di servizio e di regime, è Antonio Polito sul Corriere della Sera ad offrire un’analisi diversa, ed intelligente, sul senso dei successi degli atleti azzurri. Lo sport come unico ascensore sociale in Italia. Ha ragione Polito, questa volta. L’Italia non è un Paese per vecchi, perché gli anziani sono esclusi e penalizzati, ma è un Paese malgestito da una casta di vecchi. Non è la stessa cosa.
Le banalità di Mattarella trasformate in massime da imparare a memoria e ripetute ossessivamente da giornalisti e conduttori televisivi sempre più imbarazzanti. Gli scatti d’ira dell’anziano Draghi, con ripercussioni internazionali; le fondazioni bancarie nelle mani di eterni detentori del potere reale; i vertici dell’onnipresente e sempre penalizzante burocrazia statale; le difficoltà di passaggio generazionale nelle aziende private.
Questo il quadro. Ma poi esistono responsabilità diverse. È vero che gli anziani detentori del potere tendono a non mollare neppure un centimetro delle proprie poltrone. Ricorrono alla cooptazione, di mediocri, solo se costretti. Alla meritocrazia non ricorrono mai. Dall’altra parte, però, ci sono eserciti di giovani sdraiati, di renitenti alla vanga. I beneficiari del reddito di cittadinanza, i pigri, i rassegnati, quelli che non studiano e non lavorano. Polito assicura che sono infelici. C’è da credergli, però non è previsto un ascensore sociale che trasporti in alto i giovani ed il loro divano.
Il posto al sole andrebbe conquistato, non ottenuto aspettando Godot. Come lo conquistano gli sportivi grazie ad allenamenti feroci, a rinunce, a sacrifici. Polito vuole un’Italia con più palestre, più impianti sportivi. Sacrosanto, partendo dalle scuole. Ma questo è il Paese della banda Speranza che chiude le palestre, che vieta lo sport per i non professionisti, che impedisce le camminate nei boschi e le pagaiate in canoa, da soli.
E poi l’ascensore sociale per i giovani non può essere limitato allo sport. Lavoro, ricerca, politica, cultura: tutto deve diventare un luogo di sfida dove mettersi alla prova, dove confrontarsi. Polito ricorda che i partiti politici sono un luogo chiuso ai giovani. Però, sempre sul Corriere, Sabino Cassese assicura che la politica non è più un luogo immondo, da cui star lontani. A suo avviso è diventata una meta ambita per molti. Si spera anche giovani.
1 commento
Siamo stufi di Mattarella che ospitava i bambini cinesi negando l’esistenza del virus COVID 19
Ha dimostrato di essere un presidente che non capisce la realtà.