Vi sono gli stagni. Acque ferme. Morte. Putride e torbide. La fauna che vi vive – rane, rospi, piccoli rettili, insetti… – crede che quella pozza sia tutto l’universo. Vi si specchia, ci sguazza, ne trae alimento. Vi nasce e vi muore.
Certo, vagamente, qualche ranocchio talvolta intuisce che, oltre i limiti della pozza, vi è… altro. Magari un grande fiume, dalle acque profonde. Dalle correnti impetuose. Lo intuisce. Lo sospetta. Ma non ne parla con nessuno. Teme, e con ragione, che gli altri abitanti dello stagno lo prendano per matto… Così tace. E si adegua.

Lo so, è davvero una metafora da quattro palanche. Frusta e sfruttata. Però mi risuona. Perché l’Italia in cui stiamo vivendo è proprio una pozza stagnante e putrida. Una belletta maleodorante, come dice D’annunzio, che sa di persiche mèzze e miele guasto…
Dove tutti noi, rospi, ranocchi, insetti, serpi viviamo, o meglio sopravviviamo nella paura. Prigionieri dell’aria ferma e mefitica che è stata creata artatamente. Da una “informazione” manipolata. Ossessiva. Artificiale.
Covid, Covid, Covid… Numero dei positivi, dei ricoveri, delle terapie intensive. Indici (pseudo) statistici. Numero dei decessi. Zone rosse, gialle, arancioni. DPCM. State a casa. Portate la mascherina, rispettate le distanze… Vaccinatevi, se volete vivere…. Solo di questo si parla. Solo di questo parliamo. Solo a questo pensiamo…
Intanto, però, il grande fiume continua a scorrere. Il fiume della storia. O meglio delle storie, come preferisco dire, sulla scia di Tacito.
Biden accusa Putin di essere un assassino. Mosca ritira l’ambasciatore a Washington. Non era mai accaduto. Neppure durante la crisi di Cuba.
La partita a domino sta assumendo un’improvvisa accelerazione. Si riaccende il conflitto in Ucraina. La guerra di Siria vede un crescente interventismo statunitense. Turchia e Iran sono sempre più coinvolte.
Guerra civile in Yemen con intervento dei Sauditi.
Sanguinoso colpo di stato in Mozambico. Che apre ad un nuovo conflitto intestino. L’Africa sta esplodendo. Una mina demografica. Una polveriera.

Il Presidente della Tanzania, che si era opposto alla vaccinazione di massa, aveva messo in discussione i dati dell’OMS sulla pandemia, la validità dei tamponi… che aveva sospettato in tutto questo una nuova forma di colonialismo… è improvvisamente morto. Di morte naturale, ovviamente…
Queste, e molte altre, sono le storie che racconta il Grande Fiume. Ma noi, i ranocchi, non le ascoltiamo. Continuiamo a restare nel nostro pantano. Sempre più immobili. Ciechi e sordi…
Le acque del fiume, però, un giorno raggiungeranno la piena. Romperanno gli argini. Strariperanno.
La nostra pozza sarà travolta. E noi con lei. Fine… non della Storia, come vagheggiava Fukuyama. Fine della storia di questa pozza stagnante che continuiamo, chissà perché?, a chiamare Italia. Non credo manchi molto. E, in fondo, non penso che sarà proprio un male…