Com’era quella barzelletta sulla credibilità internazionale di Mario Draghi? Lo statista dell’anno secondo i suoi padroni. Il politico più apprezzato in Europa, secondo i chierici di regime. Lo si è visto in occasione dell’ultima riunione per stabilire il tetto al prezzo del gas. Sua Mediocrità, accompagnato da Cingolani, aveva da tempo proposto un prezzo massimo. Che, ovviamente, avrebbe riguardato tutti i fornitori, non solo la Russia. Perché se Mosca distribuisce solo una piccola percentuale di gas, solo un tetto generale avrebbe permesso una riduzione delle bollette.
Peccato che dagli amati partner europei sia arrivata una sonora pernacchia. D’altronde la pernacchia era arrivata già dai Paesi fornitori che hanno appena stipulato accordi sulla base di prezzi che ora, logicamente, non vogliono ridurre. Tra l’altro l’Algeria, tanto amata da Sua Mediocrità, dopo aver partecipato alle manovre militari con Russia, Cina e India, sta trattando un incremento della collaborazione con Gazprom.
Ma lo statista dell’anno non se n’è accorto.
Adesso, per cercare di uscire dal cul de sac, Draghi e Cingolani stanno provando a modificare la proposta. Non più un prezzo fisso, bensì una forbice di prezzi. Per ridurre le oscillazioni. Davvero molto poco rispetto alla proposta iniziale che, secondo i chierici di regime, aveva entusiasmato tutti i Paesi europei, a parte la cattiva Ungheria che non riconosce la dimensione mondiale del banchiere italiano. Poi ci si è accorti che anche la Germania preferisce pensare ai propri cittadini invece di accodarsi al maggiordomo italiano di Biden.
Un maggiordomo bocciato anche dal voto degli italiani. E questo La Busiarda, Repubblica, Il Menzognero, il Foglio non possono proprio sopportarlo.