Il grande assente dal panorama politico mondiale del nuovo secolo è sempre più spesso lo Stato, inteso come forma derivante dall’idea ottocentesca di stato-nazione che comportò, tra le altre cose, il passaggio di uomini e donne da sudditi a cittadini.
L’imperante, e irrefrenabile globalizzazione, ne sta determinando giorno dopo giorno la fine.
A partire da questo dato incontrovertibile è Miro Renzaglia, autore per Castel Negrino del saggio “Residui di stato. Tra psicodramma e cyber-anarchia”. Dalla perdita di sovranità e dalla sua smaterializzazione, secondo l’autore, lo Stato permette ad alcuni fenomeni di agire senza controllo né interdizione sulla scena planetaria.
Renzaglia ne individua principalmente quattro: terrorismo, immigrazione, debito e internet, dedicando a ciascuno di loro un capitolo del volume.
Analizzando il terrorismo si arriva alla distinzione terminologica tra violenza e terrore recuperando la funzione positiva nella salvaguardia della “sicurezza”, di cui la gente necessita di sentir parlare, e di esclusività dell’uso e detenzione della forza da parte dello Stato che si trova ad avere a che fare con atti di violenza quando ad agire sono gruppi organizzati con la finalità di sovvertire l’ordine vigente.
Oppositore del cosiddetto Piano Kalergi, Renzaglia pone l’accento sulle dinamiche a monte del fenomeno immigratorio stilando dati e numeri puntuali e aggiornati sull’emergenza eterna dinnanzi alla quale l’Italia è stata posta dal resto degli aderenti all’Unione Europea che rifiutano il ricollocamento di chi sbarca sulla penisola. In un rapido excursus sull’origine del fenomeno non viene dimenticato il ruolo delle multinazionali che hanno dato vita al neocolonialismo che impoverisce gli abitanti del sud del Mondo al pari di quanto fecero gli imperi con l’uso e l’abuso delle risorse di quelle terre.
Già autore del brillante “Un popolo di debitori”, edito da Safarà nel 2014, e del recente “Bitcoin, senza fiducia” l’autore descrive al meglio il concetto di debito fino ad arrivare all’articolazione delle monete digitali nate proprio al di fuori del concetto di sovranità nazionale in materia economica.
Partendo da una citazione di Guy Debord e del suo famoso testo “La società dello spettacolo”, Renzaglia individua nella discriminazione, nella segregazione e nel divieto alla partecipazione della “Cosa Pubblica” i motivi che hanno generato, nel corso dei decenni, le sollevazioni delle masse escluse e poste al rango di spettatori in una società dello spettacolo che non c’è più.
In conclusione, come ebbe a dire Ernst Junger “anche senza eliminare gli Stati nazionali, lo Stato mondiale ne assorbirà il potere principale”.