Siamo in prossimità delle Feste di Natale. E quindi parliamo del… Demonio.
Ai miei pochi lettori (sono certo di averne almeno tre, e non sono miei parenti..) potrà sembrare una scelta alquanto balzana. Però, scusate…. questo è il momento dell’anno in cui le tenebre si fanno più fitte e lunghe. I giorni brevi. E con poco, pallido, sole. La Terra dura e fredda… Ok
Certo, vi sono le Feste. Ma queste hanno una funzione evocativa. Servono a propiziare il ritorno della luce e della vita. Da San Nicola in poi… è la lotta contro gli Inferi.
Insomma, hanno una funzione esorcistica, queste festività.
Però il Demonio è furbo. Anzi, sagace. Astuzia e sapienza che gli deriva dall’antico Serpente. E dal fatto di essere stato un angelo, un tempo…e di non essersene completamente dimenticato. Come attesta Mefistofele, nel Prologo in Cielot del Faust…
E la sua astuzia sta nello sfruttare le debolezze della natura umana. Insinuando, nelle Feste della Luce, il suo zampino. Corrompendole dall’interno. Facendoci dimenticare il loro vero significato.
In sostanza, coprendole e lordandole con il suo sterco.
E lo sterco del Demonio, come recita un vecchio adagio, è il denaro.
Tranquilli, però. Non ho nessuna intenzione di lanciarmi in una filippica moralistica contro il consumismo. Che ci fa perdere il senso del Natale, e trasforma questi giorni che lo precedono in una sarabanda di acquisti e spese più o meno pazze. Almeno per quelli che, ancora, possono permettersele….
Sarebbe inutile. Oltre che ripetitivo e… ipocrita.
Piuttosto mi sembra interessante dare un’occhiata, sommaria e superficiale, a come tale “sterco” abbia subito, nel lungo tempo che chiamiamo storia, una complessa e multiforme metamorfosi.
Perché, per quanto ci è dato sapere, in origine era il baratto. Ovvero, ci si scambiava prodotti. Non ancor merci. Insomma, io avevo le mucche e tu le galline. Ti portavo il latte, e, in cambio, tu mi davi le uova…un sistema di scambio che si fondava sulla realtà e sulla necessità reale. Ed era ancora molto vicino al dono. Di qui il termine Comunità. Cum munus. I legami di solidarietà si fondavano su questo.
Poi, con il generarsi di realtà più complesse, si cominciò ad attribuire un valore in sé ad alcuni metalli. Oro, in primo luogo. Argento e bronzo. La base del valore era ancora reale. Erano metalli preziosi, perché rari e, al contempo, utili.
Però, ben presto, si passò ad attribuire a questi un valore astratto. Metafisico, come spiega il mio compianto amico Argo Villella in “Metafisica della moneta”.
Le monete di metallo mantenevano, tuttavia, uno stretto legame con l’elemento naturale. Un legame simbolico, vista la correlazione tra metalli e pianeti. E qui ci vorrebbe qualcuno davvero capace di illustrare il simbolismo su cui si fondava l’antica circolazione monetaria. Ma il mio è solo uno sguardo d’insieme. Rapido, e superficiale.
Tuttavia mi piace ricordare come, nella Roma del Basso Impero, la svalutazione della moneta fosse cosa concreta. Ovvero il peso in argento dell’antoniniano veniva ridotto progressivamente.
Perdita di peso e, inevitabilmente, divario crescente tra il valore reale e quello nominale.
A partire dal Tardo Medioevo si cominciò ad usare la…carta. Ovvero degli assegni che attestavano il possesso di una determinata quantità di oro. Sembra siano stati i Templari a inventarli. Tu depositavi un quantitativo di oro a, che so, Roma, ti rilasciavano un assegno, e giunto a Gerusalemme andavi alla locale Casa templare e ritiravi il corrispettivo. Facilitava i traffici, in un’epoca in cui i viaggi erano pericolosi.
Poi, la carta moneta. Che gli Stati dell’età moderna cominciarono ad emettere perché più comoda da usare delle, pesanti, monete metalliche. Di fatto, le banconote erano assegni. E la firma del direttore della Banca, garantiva il loro valore reale. Con la corrispondenza in oro. Che potevi, in teoria, ritirare.
E fino a qui la situazione restava in equilibrio. Tra realtà e valore nominale. Poi, però, è arrivato Bretton Woods.
La grande svolta.
Certo, vi erano stati altri momenti importanti. Altre svolte. Ma solo li, a Bretton Woods, il Demonio è riuscito nel suo colpo da maestro. Il denaro completamente svincolato da ogni base reale. Pura astrazione. Priva anche di ogni rapporto simbolico con i metalli. E, quindi, con le potenze della natura.
Pensateci. E ricordate. Il serpente monetario. La Moneta – ormai solo cartacea a parte alcuni, fastidiosi, spiccioli – svincolata da ogni rapporto con la “natura”. Ormai un’astrazione che trae valore da altre astrazioni. Un castello di carte, alla fin fine.
E, ora, al Castello di carte ci siamo arrivati. Di carte di credito. Che, per inciso, è stata una delle due “bolle”, con quella dei mutui, che, esplodendo, ha causato la crisi del 2008. La più grande crisi di capitalizzazione della storia. Dalla quale non siamo ancora usciti. Anche se, col COVID e con la Guerra in Ucraina, sono riusciti ad anestetizzare la nostra capacità di leggere la realtà…
E, infine, siamo così alla moneta elettronica. Che implica un totale controllo del nostri movimenti finanziari. Traduco: potranno sapere esattamente quanti bicchieri di vino bevi. E dove. E con che “professionista” e quando hai tradito tua moglie…
Vi piace?
Sinceramente io continuo a pensare che avesse ragione Giacinto Auriti: Non accettate la moneta elettronica. Sarà la fine di ogni libertà…
Sono? ….ho detto prima che sono riusciti…
Non temete, però….Nessuna velleità o fantasia da complottista. Non vedo misteriosi incappucciati, o logge nere che agiscono nella penombra della Storia ufficiale. Anche se, intendiamoci, queste logge e quei cappucci, dopo tutto, esistono. Solo che non sono davvero convinto della loro…. importanza.
Perché il Demonio non ha bisogno di tali, pretenziose, congreghe. Può contare su un appoggio molto più potente. La stupidità e l’avidità della nostra specie…
Che sembra decisamente affascinata, anzi, ghiotta del suo… sterco.
1 commento
la moneta è una invenzione indispensabile, che serve per agevolare gli scambi. Non ha importanza se è cartacea oppure elettronica.
Quello che non funziona sono i governi corrotti delle nazioni che vogliano controllarci in tutte le nostre azioni e tassarci per rubarci i nostri averi
Quando i popoli intelligenti capiranno che i governi non devono rubare troppo, ci potrà essere giustizia economica e benessere