All’Ocse non piacciono i provvedimenti decisi dal governo italiano in relazione al reddito di cittadinanza ed a Quota 100 per le pensioni. Non piacciono neppure al Fondo monetario internazionale, alle agenzie di rating ed a Confindustria.
In pratica non piacciono a tutti i responsabili dei ritardi accumulati dall’economia italiana negli ultimi 20 anni.
Perché il crollo della produttività italiana non è un fenomeno dell’ultimo anno, il debito pubblico da record non è una novità, il raddoppio del numero di italiani costretti a vivere al di sotto della soglia di povertà si è registrato durante i governi a guida Pd che seguivano le orme del grigiocrate Monti. Che, a sua volta, seguiva il modello imposto da Ocse, Fmi, agenzie di rating, Unione Europea, Banca Centrale europea.
Un modello che, evidentemente, non ha funzionato. Non ha frenato il debito, non ha creato occupazione “vera”, ha bloccato l’ascensore sociale, ha provocato la fuga dei giovani italiani. Però, adesso, i responsabili del disastro vengono a fare la nuova lezioncina e spiegano che le scelte del governo giallo verde sono sbagliate. Mica come le strategie imposte da lorsignori a Macri e che hanno fatto esplodere la povertà in Argentina. Tutti a rimarcare che la politica del governo Conte ha portato ad una flessione del 9% del mercato dell’auto, nessuno che ricordi come la politica imposta dal Fmi in Argentina abbia portato al crollo del 60% del mercato dell’auto nel Paese Latimoamericano.
È vero che il reddito di cittadinanza può favorire il lavoro nero, ma solo perché il livello morale ed il senso civico degli italiani sono precipitati grazie a chi ha predicato i diritti civili ignorando quelli sociali. Diritti senza doveri. E perché la magistratura italiana non spaventa i disonesti ma preoccupa, giustamente, gli onesti.
L’alternativa può essere un immenso gulag o un grande fratello che tutto controlla e che limita la libertà invadendo ogni spazio individuale? Perché inutile illudersi che, in questo Paese, esista una alternativa basata sul recupero dell’onestà generale e del senso civico.
Quanto a Quota 100 esiste una vera alternativa, dal momento che non si tratta di un obbligo o di una misura automatica ma, semplicemente, di una opportunità: offrire ai dipendenti una retribuzione adeguata ed un lavoro soddisfacente. No, eh? È pretendere troppo? Perché creare luoghi di lavoro dove sia piacevole restare quando si può risparmiare obbligando gli schiavi a riamanere legati ad una catena? Se non ci sono possibilità di fuga non c’è neppure bisogno di alzare le retribuzioni per convincere i dipendenti. Sì, la qualità del lavoro ne risente, ma la qualità è solo uno slogan per i convegni, non un obiettivo reale.
E all’Ocse, al Fmi, all’Unione europea ed alla Banda Boccia non frega niente della qualità. Interessa solo aver mano libera per finire di spogliare questo Paese.