L’attore Massimo Lopez si lamenta per essere stato aggredito da un cinghiale in città mentre buttava la spazzatura in un cassonetto e sulle montagne si gustano la vendetta. Inevitabile. Sono anni che gli ambientalisti da centro cittadino investono milioni di euro pubblici per introdurre e tutelare i lupi sulle Alpi, fregandosene bellamente di agnelli e vitelli sbranati, di mandrie precipitate durante la fuga, di disastri economici per gli allevatori.
“Il lupo si riprende gli spazi che erano suoi prima dell’arrivo dell’uomo”, spiegano dal loro salotto nelle zone più eleganti della città. E mica si possono infastidire i guru dell’ambientalismo in casa altrui ricordando che l’uomo, sulle Alpi, è presente da più di 4mila anni, non da qualche mese.
Però l’assalto dei cinghiali – non solo a Roma, anche a Torino ci sono video che li riprendono mentre si aggirano tra auto e pensiline dei bus – rappresenta la vendetta dei montanari. “Il cinghiale si riprende gli spazi che erano suoi prima dell’arrivo dell’uomo”. Pari e patta. Mica solo i cinghiali. Nei giorni scorsi, su Electomagazine, ne ha scritto Marcigliano suggerendo di trasformare Roma in un immenso zoo. Perché gli animali che scorrazzano nel capoluogo laziale sono ormai di ogni tipo.
Così, forse, anche gli ambientalisti assediati da pantegane e corvi, da cinghiali e serpenti, potrebbero cominciare ad ipotizzare un diverso modo di convivere con la natura. Non c’è nulla di naturale nella presenza di gabbiani a Milano, attirati dalla spazzatura e non dalle mostre di arte contemporanea. Non c’è nulla di naturale nel tentativo di spopolare le montagne imponendo metodi assurdi, e costosi, per proteggere greggi e mandrie quando, invece, basterebbe una sola fucilata per far comprendere ai lupi – animali intelligenti – che devono accontentarsi di prede selvatiche.
Ed il fucile risolverebbe anche il problema della proliferazione incontrollata dei cinghiali, animali certo non in via di estinzione mentre sono i contadini a rischiare l’estinzione per i danni provocati dai cinghiali.
Invece non si fa nulla, in modo da evitare gli strilli di animalisti da crocchette, di quelli convinti che un lupo in mezzo ad un gregge ponga gli stessi problemi di un gattino alle prese con la lettiera. Animalisti che, a Pasqua, si ricordano degli agnelli ma che, durante il resto dell’anno, pensano che gli agnelli debbano essere allevati per sfamare i lupi.
Ora i montanari si convinceranno che i cinghiali sono utili per evitare inutili assembramenti intorno ai cassonetti in città. E per mantenere in forma i cittadini impigriti che dovranno imparare a correre inseguiti dagli animali.