Lo ammetto: sono un uomo di mezz’età che ormai non ha più speranza.
In questo volgere di fine anno, per la cronaca siamo nel 2020 d.C. o dell’Era Volgare, mi riguardo attorno e sento in me emergere un senso di sfinimento, di smarrimento, di abbandono mai provato prima. Proprio io che sono sempre stato attivo, energico, combattivo e resiliente? Ebbene sì! Lo confesso, ho davvero perso la speranza nel futuro.
Osservo distaccato tutte le novità che il mondo attuale mi propina, ma non mi piacciono. Nemmeno una! E il senso di vuoto interiore si accresce e mi occlude l’aorta. Il mio cuore non batte più! Nessuna emozione. Non un afflato di passione. Un moto d’orgoglio. Un fremito di rivalsa. Nulla. Ho perso la speranza.
Penso a un domani in cui sarò costretto a vivere ogni giorno, tutto il giorno, con una mascherina di carta o di stoffa o di plastica sul muso, obbligato a respirare i miei gas di scarico, che si sommano a quelli delle auto a petrolio o a metano che mi sfrecciano sotto il naso. Anzi, no, non sfrecciano più perché ormai in ogni città “smart” che si rispetti il limite di velocità comandato dalle autorità varia fra i 30 e i 50 km/h. Ossia, quasi ci si muove a passo di lumaca e si consuma molto più carburante che viaggiando ad alte velocità, motivo per cui anche le emissioni delle auto ristagnano e ce le respiriamo appieno.
Forse un giorno, con le auto elettriche…già, ma chissà quando?! La transizione è appena cominciata e i modelli più diffusi, oggi, sono le “ibride” col motore termico (a benzina o diesel) a sostenere lo sforzo propulsivo di un impianto elettrico, che comunque è ancora poco autonomo e performante.
Mi rendo conto, allora, che tra qualche anno probabilmente non avrò più nemmeno un’auto mia, perché la tendenza sarà il “car sharing” o, ancora più in là nel tempo, i veicoli a guida autonoma, dediti al trasporto di persone o cose, indifferentemente. A bordo dei quali sarò semplicemente un “pacco” da destinare, dopo aver prenotato il passaggio e pagato la tratta con strumenti elettronici. Scordatevi di salire su un bus al volo come si faceva da ragazzi! Quando arriverà il vettore alla stazione, solo se avrete eseguito correttamente la procedura di imbarco, non risulteranno multe non pagate sul fascicolo e saranno disponibili posti liberi a bordo, allora potrete salire, occupare il vostro slot e ricevere il servizio.
Tutto questo, ovviamente, potrete farlo solo se avrete attivo un qualsiasi strumento di pagamento “online”. Ossia, una carta di debito, una app telefonica ricaricata, un dispositivo di rilevazione del vostro credito sul conto, che permetta l’addebito immediato e coperto. Guai a dimenticarseli a casa! Perché i contanti ormai non esisteranno più e scordatevi di viaggiare da “portoghese”: i sensori collocati ai lati delle porte d’ingresso dei mezzi vi beccherebbero immediatamente. E se siete recidivi, giungerà immediatamente una pattuglia della polizia municipale per elevarvi una contravvenzione, addebitarvi immediatamente i punti di penalità sulla vostra carta d’identità e, se del caso, segnalare ai sistemi informativi penali la vostra colpa.
Questa, in realtà, sarà l’iter standard di ogni attività che svolgerete. Ci sarà ovunque una telecamera, un sensore, un drone, un robot controller in grado di rilevare le vostre mancanze o violazioni alle regole sociali di convivenza e inibirvi il libero passaggio o segnalarvi alle autorità. Vivrete quindi una sensazione continua di osservazione, che infine vi intimorirà ad ogni passo, gesto, parola, pensiero… Avrete paura di tutto e di tutti gli altri. Perché ognuno potrebbe essere un nemico, un predatore, un ladro o semplicemente un delatore. Niente più amicizie nate per strada, in un bar, sul pullman, in spiaggia o in ufficio.
Sul luogo di lavoro (per quei pochi che resisteranno allo smart working), sui mezzi pubblici (per quelli che ancora svolgeranno servizio), per strada (nelle vie che non saranno chiuse al traffico o ai pedoni), nei negozi (per quelli che sopravviveranno alle nuove regole) e persino in casa vostra, avrete continuamente la certezza che qualcuno vi osservi. Anche quando sarete seduto sul water o sdraiati nel vostro letto, nella notte.
Gli altri luoghi di “vita sociale” non esisteranno più: gli stadi verranno chiusi, come i teatri, i musei e i pub. Le discoteche rimarranno un ricordo degli anni del boom economico e della libertà conquistata dall’uomo: si potrà ballare solo fra le mura domestiche o nei manicomi. Certo, perché presto riapriranno le strutture di accoglienza per disturbati e dissociati, i quali saranno lasciati liberi di muoversi senza camicie di forza ma avranno addosso un congegno che ne segnalerà ogni mossa o pensiero. Così come accadrà ai carcerati, che però non staranno più in carcere ma rinchiusi nella propria abitazione, inseriti in un programma di recupero sociale per espiare la colpa, ma senza troppa sofferenza. Perché qui non si butta via nulla.
Nessuno scarto ammesso, dunque! Né rifiuti urbani, né umani! Tutto ciò che viene prodotto dal “ciclo della vita” deve essere recuperato e rimesso in circolo. E sottolineo, tutto. Sono le regole della Natura,bellezza! La sostenibilità e il riciclo ambientali la faranno da padroni. Ogni tipo di sostanza organica dovrà rientrare nel circuito, per essere riutilizzata e reinserita nel processo biologico complessivo.
Cambierà l’agricoltura, con le culture in verticale cittadine e le immense serre alimentate da acqua ponica e sostanze biochimiche recuperate da altri processi umani. Si trasformeranno gli abiti che indosseremo, non più prodotti con sete antiche, lane naturali e cotoni, bensì con materiali innovativi frutto della ricerca di laboratorio molto più resistenti e capaci di trattenere il calore e fermare l’aria, biodegradabili e conformati alle sizes più comuni, ma “on demand” personalizzabili e adattabili al fisico e alle esigenze individuali, semplicemente compilando un form online e registrando la propria email e tutte le informazioni anagrafiche necessarie alla spedizione al pagamento.
Certamente, l’aspetto fisico di ciascuno sarà fondamentale molto più di oggi. Chiunque dovrà essere capace di praticare gli sport più popolari, anche se magari solo davanti ad una Playstation. Si dedicherà almeno ad una sessione di yoga alla settimana, possibilmente meglio se in collegamento remoto col maestro. Con cui condividerà la preghiera al Sole e altri riti New Age che aiutano a ritrovare il contatto con lo spirito.
Punto centrale della vita quotidiana saranno i pasti: frugali, nutrienti e rapidi, variegati fra la dieta “keto” o quella “paleo”, mentre la “mediterranea” sarà riservata ai pochi fortunati: troppo ricca di zuccheri e di spezie per renderla disponibile a tutti. Scordatevi quindi le proteine, soprattutto quelle nobili, perché tornerete a mangiare carne di manzo una volta alla settimana e il pesce una volta al mese (anche perché ormai si è praticamente esaurito e rimangono solo alcune colonie di “pesce azzurro” o del Pangasio). Niente più tartufi, funghi porcini o crostacei in tavola: saranno ammessi solo vinelli in cartoccio con la dovuta dose di solfati; pane azzimo oppure arabo; poco sale e olio nei condimenti; sostituiti dalle spezie indiane o dai prodotti confezionati e stagionati provenienti da ogni angolo della Terra. Perché così vuole la “legge della globalizzazione”.
Però saremo tutti sani, perché avremo ricevuto tutti i vaccini possibili e immaginabili, necessari a debellare le numerose malattie e virulenze che emergeranno a iosa dal regno animale, per via dei continui “salti di specie”. Guai a coloro che non saranno in regole con la profilassi vaccinale! Verranno limitati negli spostamenti, nelle operazioni sul web, non riceveranno sussidi economici né ristori pubblici, non potranno svolgere attività di tipo imprenditoriale né sportiva.
Saranno cancellate per sempre le vacanze estive, le settimane bianche o i viaggi esotici. Nemmeno più le messe cristiane, perché le chiese verranno vendute e trasformate in nuovi centri commerciali o ristoranti esclusivi, oppure semplicemente trasformate in moschee. Infatti, i mussulmani che vivranno in Occidente saranno ormai preponderanti rispetto alla esigua minoranza cristiana o agli altri atei. In realtà, tutti faremo parte della grande comunità universale dei “figli di Dio”, pasciuti dal pastore unico e relegati alla fede individuale e privata, ma sempre sotto l’occhio vigile del reverendo. Nostro vicino di casa, che ci inviterà al pranzo comunitario a casa sua, dove sua moglie avrà preparato piatti eccezionali, per una volta, insieme ai suoi figli e agli altri nati fuori dall’unione di fatto.
Ci sarà concesso seguire gli eventi sportivi sul “tele-puter”: dove potremo anche assistere agli spettacoli dei divi, interrotti da continui spot multidimensionali, oppure visitare in modo virtuale un castello medievale o una grande piramide o un sito archeologico sudamericano. I libri di carta spariranno definitivamente, per la gioia degli alberi e dei rilegatori, e potremo leggere notizie in modo continuato sui social o sui siti virali della libera informazione condivisa planetaria.
E il giorno che avrò voglia di diventare padre, mi sarà sufficiente una telefonata ad un club di incontri per single oppure ad una banca del seme, prenotare e pagare. E potrò garantirmi la progenie e un futuro in compagnia. Senza star troppo a guardare al genere dell’altra persona: perché tanto fra qualche anno non saranno più i soliti due tradizionali ma potremo spaziare fra numerose possibilità. Anche perché la donna del futuro non sarà più interessata ad un maschio vecchio stile come me. Il futuro le offrirà innumerevoli possibilità di scelta fra generi, provenienze e patrimoni genetici. E l’amore? L’amore è una chimera…
In questi giorni ho sentito ripetere più volte in tv che “ormai si vede la luce in fondo al tunnel”. Eppure io vedo ancora nero e mi sento senza speranza.
2 commenti
Se questo è il futuro che ci attende spero, per allora, di non esserci più…
questo è il futuro programmato dall’agenda globalista. magari poi non ce la fanno oppure glielo impediamo.