La banalità di una lampadina. La semplicità della luce, naturale o artificiale. Nulla di più sbagliato. Una serata nella sede torinese di Helitec per capire tutto ciò che sta dietro la scelta di ogni diverso tipo di illuminazione. Perché luce significa benessere, salute, emozioni. Dunque sbagliare illuminazione significa ritrovarsi a convivere con sonnolenza, nausea, malesseri vari, fastidi agli occhi ma anche alle pelle.
Eppure, quando si arreda una abitazione o un posto di lavoro, l’illuminazione è quasi sempre l’ultimo dei pensieri. Ed eventualmente si pensa alla forma del lampadario, alla compatibilità della lampada con il resto del mobilio. Non si valuta che ogni colore ha una diversa carica di energia e che non basta dipingere le pareti. Tutt’al più, in epoca di sanzioni contro la Russia, si pensa ad un minor consumo, non agli effetti positivi o negativi della luce.
Ma la luce sbagliata determina stress che favorisce l’insorgere di malattie. Non si presta attenzione, ad esempio, agli effetti negativi della luce al neon, troppo diversa dalla luce solare.
Non a caso anche le Spa stanno tendendo sempre di più ad inserirsi negli ambienti esterni per approfittare il più possibile della luce naturale. Proprio con l’idea di abbinare luce e benessere. E la stessa attenzione comincia ad essere rivolta da alcune aziende che “dosano” la luce per ridurre le conseguenze negative di chi è costretto a lavorare su turni diversi. Si cerca di ottenere una resa superiore con uno sforzo minore. Ma anche chi lavora con orari “normali” ottiene risultati migliori se l’illuminazione è corretta e meno stancante.
Adriano Olivetti, quando cominciò a progettare le nuove strutture per i lavoratori cercò sempre di offrire ambienti luminosi, dove era meno duro trascorrere 8 ore ogni giorno.