“Luci e ombre di una manovra con un forte impatto sociale”. Era il titolo dell’incontro organizzato a Torino dall’Ugl. Ed il vicesegretario nazionale Luca Marcotti ha dimostrato una sorprendente agilità nell’arrampicarsi sugli specchi per tentare di sostenere che le luci prevalgono sulle ombre nonostante le scarse risorse a disposizione.
E le luci, a suo avviso, sarebbero rappresentate dell’attenzione nei confronti delle persone più fragili. Mentre le ombre riguarderebbero le pensioni, il lavoro, le rendite finanziarie e gli extragettiti. D’altronde, secondo il vicesegretario, una scelta andava fatta e si sono presi i soldi da una parte per mettere risorse dove si è ritenuto più urgente.
Peccato che Marcotti sia stato costretto a sorvolare sulle risorse destinate allo sviluppo. Costretto perché, semplicemente, non ci sono. Ed è difficile pensare al rientro del debito attraverso mance estemporanee, bonus occasionali, interventi di mera sopravvivenza. Che si tratti di retribuzioni, contributi, pensioni, il ceto medio viene pesantemente penalizzato e questo inciderà sui consumi rallentando o impedendo la ripresa. La ridotta indicizzazione delle pensioni medie rappresenta una violazione dei diritti acquisiti, una distruzione del rapporto di fiducia con i lavoratori, una ferita nei rapporti tra generazioni.
E lo stesso vale per la discriminazione dei lavoratori pubblici degli enti locali rispetto ai privilegiati colleghi dipendenti statali. Lo stesso sindacalista Ugl ammette che la reintroduzione della quota 103 è una porcata. Non funzionerà come l’opzione donna o l’Ape sociale.
Ma sono soprattutto i mancati investimenti sui settori strategici che dovrebbero preoccupare. D’altronde servirebbero idee e se si aspetta che le idee le forniscano Urso, Salvini e il ministro cognato miracolato, allora si può proseguire a sprecare soldi con i bonus e con gli aiutini per categorie di potenziali elettori.