Ora, naturalmente, coccodrilli e post si sprecano…apologie senza limiti, critiche malevole con meno limiti ancora… ironie di ogni tipo, alta e bassa lega…
Queste, probabilmente, non gli sarebbero dispiaciute, ché l’uomo amava le battute, e non sempre raffinatissime. Come quella, restata famosa, sulla appetibilità sessuale del Cancelliere tedesco… o la più recente promessa ai giocatori del Monza, suo ultimo amore, di un pullman carico di pu***ne in caso di vittoria. Sempre ammesso che questa fosse davvero solo una battuta…
Comunque, scorrendo i commenti, alcune battute sono davvero buone. Quello sulla sua conversione, in articulo mortis, all’Islam. Per avere le, famose, 72 vergini in premio….
L’avrebbe fatto sicuramente sorridere. Magari insieme al suo amico Gheddafi.
Perché lui, Silvio Berlusconi, ha dato a questo paese almeno uno straccio di politica estera autonoma. Interpretando, naturalmente nel suo modo tutto particolare e, sicuramente, non formale, una linea che era stata di Craxi e Andreotti, e prima ancora di Enrico Mattei.
Fedele, certo, all’Alleanza Atlantica. Fedeltà obbligata, che cercò di declinare nel rapporto personale con George W. Bush. Ed entrando nella Willing’s Coalition che questi costituì per la Seconda Guerra del Golfo.
Al contempo, però, cercava spazi di autonomia per muoversi nel mondo Mediterraneo. Soprattutto in quello arabo. Tessendo, parallelamente, un rapporto preferenziale con Vladimir Putin.
La sua era una visione più da uomo d’affari che da politico. Ma era ampia. E dinamica. Mettere insieme gli opposti era difficile. Come sposare il diavolo e l’acqua santa. Però a Pratica di Mare sembrò riuscirci. E quello resta il momento di massimo successo della sua carriera politica. Ancorché guastato da un, proditorio, attacco giudiziario.
Poi, dovette ingoiare molto. E abbandonare Gheddafi al suo destino. Alla Casa Bianca non vi era più Bush. E nel suo stesso governo venne messo, di fatto, in minoranza da un’abile manovra dell’allora Presidente Napolitano. Potesse parlare un certo palco della Scala, ne sentiremmo delle belle.
Il declino, il crepuscolo è stato lungo. E triste. L’età, le scelte sbagliate di collaboratori o inetti o infidi. Il non essere portato, per natura, a fare il padre nobile… un protagonismo che si andava spegnendo inevitabilmente…
Tuttavia era ancora capace di sorprendere. Di colpi di coda improvvisi. Buon ultimo il suo prendere pubblicamente le distanze da Giorgia Meloni sull’appoggio a Zelenski. Dimostrazione di una lucidità politica che, oggi, è merce sempre più rara.
Ora si apriranno i giochi. Privati, per l’ eredità del suo impero economico. Pubblici, per raccogliere le, ancora nutrite, spoglie di una Forza Italia capace di attrarre voti solo, ed esclusivamente, per la sua presenza.
Non ha mai voluto davvero indicare un erede politico. Uno dei suoi massimi difetti. Aveva l’abitudine di promuovere mediocri. Che, per altro, puntualmente lo hanno tradito. Tradimenti sempre presi con molta nonchalance. Ricordate: Brunetta se ne va? Poco male, ne ho altri sei in giardino….
Comunque, con Lui finisce un’epoca, come ha scritto Giorgio Ballario.
E credo che ogni altro commenti sia, in fondo, superfluo.