C’è un ulivo a Creta. Gli esperti dicono che è il più antico del mondo. Parlano, addirittura di 3.500 anni…. Un arco di vita impressionante. Un’architettura naturale – dalle foto, ovviamente – incredibile…

L’Ulivo è pianta Sacra per eccellenza. Un tempo le Ceneri che si cospargevano formando una Croce sulla fronte dei fedeli ad inizio Quaresima, erano prodotte dal bruciare i rami d’ulivo benedetti delle Domenica delle Palme dell’anno precedente. Ora non so… La Chiesa del COVID ha perduto completamente il senso del Rito e della Tradizione… Non so, dunque, e neppure più m’interessa.
Comunque la sacralità dell’Ulivo è ben più antica. Il Cristianesimo l’ha solo ereditata. Il mito della fondazione di Atene. La Dea che pianta la sua lancia e questa diventa albero carico di frutti. Eracle che riporta il primo ramo d’olivo dai confini del mondo. E nella Bibbia la colomba che torna a Noè con un ramo di Ulivo. Annunciando che l’ira di Dio è placata. E la vita può risorgere… Tema antichissimo, che affonda le sue radici nei miti Mesopotamici. E che spiega perché il primo Tempio avesse porte e statue di Cherubini, che Davide volle in legno d’olivastro. Spiega anche la, successiva, veglia in Getzemani…

L’albero d’ulivo, od olivo come si dice ancora in molti luoghi, ha durata straordinaria. Una vita lunghissima. E per questo della Vita diviene simbolo. Questo di Creta, però, è impressionante…
Pensateci…. Era già lì mentre le navi di Minosse imponevano il dominio cretese sull’Egeo. E vide costruire il Labirinto. Forse udì l’urlo lancinante di Asterione, il Minotauro, sgozzato da Teseo. Certo conobbe il grande sconvolgimento tellurico e marittimo che travolse Creta e tutte le Cicladi. Annientado una civiltà, di cui abbiamo solo rovine. E pallidi ricordi. Qualcuno dice che fosse l’Atlantide , di cui parla Platone…
Poi vide i mecenei conquistatori e i greci. Conobbe la conquista romana delle legioni di Cecilio Metello. La nuova talassocrazia di Bisanzio. Gli arabi e il dominio di Venezia. I Turchi…

E lui era sempre lì. Il maestoso Ulivo. Impassibile. Immutabile. Ha visto guerre e stragi. Epidemie. Gli uomini morire e nascere, ripopolando l’isola su cui si erge. Le civiltà fiorire e decadere. Nuove civiltà nascere dalle loro ceneri.
Ed è ancora lì. E ancora dà frutti copiosi.
Un’immagine che può portare a molti pensieri. Sulle nostre vane e meschine paure. Sul nostro senso, fallace, del tempo. Sul nostro pretendere di essere immortali. Sul fatto che tutta la nostra storia, altro non è, come dice il Pascoli, che “ronzio d’un’ape entro un bugno vuoto”.