Ingrati, irriconoscenti. Con tutto ciò che Sua Mediocrità ha fatto per loro, con tutta l’immensa solidarietà offerta concretamente dai fratelli statunitensi, gli industriali italiani osano persino lamentarsi. E dopo che Emma Marcegaglia ha fatto notare che gli americani ci hanno obbligati ad adottare le sanzioni contro la Russia ed ora loro ci fanno una concorrenza sleale con prezzi dell’energia molto più bassi dei nostri, è arrivata ora l’analisi del Centro studi di Confindustria secondo cui si rischia un calo del Pil del 3% e mezzo milione di posti di lavoro in meno.
Tutto questo dopo che Sua Mediocrità si è autoglorificato per i meravigliosi risultati economici ottenuti da lui e dai suoi fantastici ministri. Il problema è che non bastano le menzogne di Draghi e dei draghiani. L’inflazione vola, le famiglie diventano più povere e tagliano i consumi. In Italia non ci sono i soldi per la tutela del territorio ma Sua Mediocrità non ha difficoltà a trovare le risorse per sostenere la guerra di Biden e Zelensky. Chissenefrega se muoiono i marchigiani, se in cambio si possono uccidere un po’ di russi.
Ma le menzogne sono a 360 gradi. Si continua a blaterare di emergenza ambientale, di cambiamento climatico. Poi, per far contenti i mercanti di armi, si ritorna al carbone ed a qualsiasi cosa possa inquinare. E, naturalmente, il venerdì si organizzano manifestazioni per l’ambiente come se niente fosse.
Così ci ritroveremo al freddo, mangiando prodotti scadenti e mal cotti, eviteremo i ristoranti ed i negozi di abbigliamento. Ed al mezzo milione di disoccupati del comparto manifatturiero si aggiungeranno le legioni di licenziati da hotel, ristoranti, bar, negozi, servizi. Con conseguente ulteriore taglio dei consumi complessivi.
Ovviamente in campagna elettorale nessuno ha il coraggio di proporre alternative al disastro. Il taglio del cuneo fiscale crea problemi di mancanza di risorse per pensioni e servizi pubblici essenziali. L’idea meloniana di favorire le aziende labour intensive significa penalizzare le imprese capital intensive, cioè sostenere chi investe di meno ed è tecnologicamente arretrato, a scapito di chi, al contrario, è più in grado di affrontare i mercati internazionali creando occupazione vera.