Carta vince, carta perde. Il sovranismo italiano pare abbia scelto la carta perdente. In realtà l’aveva pescata quasi 80 anni fa, ma aveva fatto finta che la partita non fosse terminata. Ora, si spera, qualcuno prenderà atto di aver giocato da solo mentre tutti gli altri se n’erano andati. La giravolta di Salvini, che ha scaricato gli alleati europei per iniziare la sua redenzione non sulla via di Damasco ma verso il Ppe, è semplicemente una presa d’atto pragmatica del fallimento di un progetto.
Da Putin a Biden, dalle macroregioni all’espressione geografica, dal “prima gli italiani” al “prima gli europei ma con bandiera a stelle e strisce”. La pol(l)itica italiana è sempre questa. Voltagabbana privi di ideali ai vertici, pochi illusi alla base ma circondati da piccoli cialtroni in cerca di strapuntini per sbarcare il lunario. Ci si può aspettare di meglio da parte di chi baratta nomine e promozioni, appalti e commesse?

Però non c’è nulla di male nell’avere una prospettiva europea. Più forza per confrontarsi con il mondo, per trattare accordi, intese, alleanze. Peccato che i cialtroni abbondino anche nelle strutture e nelle istituzioni europee. Quelli che si dichiarano più convintamente europeisti sono in prima fila per far fallire ogni progetto unitario.
Macron vola alto pensando ad un esercito comune, Merkel pensa ad accordi tra Ue e Russia, si guarda ad accordi con la Cina, ad un nuovo rapporto con l’India, alle relazioni con l’Africa. Per rimettere l’Europa al centro del mondo, dove è sempre stata.
Poi, però, arriva il funzionario cialtrone, l’esperto di turno che vuole imitare i nuovi divi televisivi italiani, e parte l’attacco contro il cibo italiano in nome di una tutela della salute a base di porcate importate da ogni parte del mondo e senza alcuna garanzia su igiene e sistemi di produzione.
Difficile credere che si tratti sempre e soltanto di qualche idiota in crisi per essere stato lasciato dalla moglie o dal marito. Perché simili scemenze si ripetono negli anni. Dalla curvatura delle banane ai succhi di frutta senza frutta, dalla guerra contro le vongole italiane alla penalizzazione dei formaggi di qualità.

E allora non sarebbe male che gli europeisti onesti, quelli che credono davvero nell’importanza strategica dell’Unione, cominciassero a fare pulizia eliminando i funzionari cialtroni, i provocatori, i frustrati ed i sedicenti esperti. Magari confinandoli in qualche trasmissione della tv italiana. Dove simili personaggi abbondano ed ottengono anche applausi ed ammirazione dei conduttori.