Di fronte alla disfatta elettorale del centrodestra, i pochi che si sono recati ai seggi avrebbero perlomeno diritto ad una cosa: conoscere il nome del genio responsabile della campagna elettorale di ciascun partito della coalizione. E, tanto per comprendere meglio, anche il compenso ricevuto per sbagliare tutto. Perché molti errori erano stati commessi in vista del primo turno, ma per i ballottaggi si è riusciti a far peggio.
Esiste una sola giustificazione: i responsabili della campagna elettorale erano stati infiltrati dagli avversari. Perché, in caso contrario, la spiegazione è che la classe politica dei tre partiti è totalmente incapace e deve cercarsi un altro lavoro. O forse solo un altro stipendio perché quello che hanno fatto non è lavoro ma solo un gioco fallimentare.
Adesso possono frignare sulla vergognosa montatura mediatica organizzata dal Pd con gli scontri di Roma. Troppo facile, troppo comodo. La sinistra ha sfruttato, nel migliore dei modi, l’incapacità di comunicare del centrodestra. Ed è significativo che, in prima linea nella speculazione politica, ci fosse il Tg5 dell’alleato Berlusconi. Cosa hanno fatto, in questi anni e non solo in queste settimane, Meloni e Salvini per obbligare il sultano di Arcore a rendere imparziale la sua rete ammiraglia? Nulla, evidentemente.
Cosa hanno fatto i responsabili della comunicazione (ci saranno? o il settore è considerato totalmente inutile) per far conoscere i candidati ed il rispettivo programma sempre che esistesse? Almeno Salvini può nascondersi dietro la sporca vicenda costruita a tavolino per eliminare il suo guru. Ma considerando i disastri che il guru ha provocato negli ultimi due anni – a colpi di selfie sempre più insopportabili di abbuffate con croissant e pizze – forse Salvini dovrebbe ringraziare.
Invece il partito del grande raccordo anulare di Roma ha preferito entusiasmarsi per qualche ruvida carezza da parte dello stesso quotidiano che, in contemporanea, picchiava con il bastone. Ma contro la Sindrome di Stoccolma bisognerebbe rivolgersi magari ad un grande psichiatra come Adriano Segatori invece di rassegnarsi a fare i cagnolini da divano.
Quanto a ciò che resta di Forza Italia, si oscilla tra le patetiche comparsate dell’anziano leader ed i fastidiosi interventi a sproposito di Tajani e sottoposti. Uno squallore senza fine.
Ma il trio meraviglia, nonostante la disfatta, continua ad illudersi di andare a governare nel 2023 affidando la campagna elettorale ai colpevoli di oggi.