Polemiche di inizio anno. È bastata una battuta del nuovo Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – “Dante, in fin dei conti, era di destra” – per scatenare prefiche del politically correct e zeloti della superiorità morale della sinistra. Che,evidentemente, sono inguaribilmente orfani del potere, quello reale, quello delle cadreghe e poltrone. Cui sono da sempre affezionati come l’Atinia al Paguro Bernardo… E che, ora, temono di venire espropriati anche della, famigerata, egemonia culturale di gramsciana memoria. Anche se, per lo più, di Gramsci non hanno mai letto un rigo. E, se mai lo hanno fatto, non ci hanno capito un’acca….
Ma ora è tutto uno stracciarsi le vesti e strepitare contro il cattivo Ministro criptofascio, che tenta proditoriamente di arruolare il Poeta nelle file degli squadristi, manco fisse un fegataccio come il Piazzesi. Che pure era fiorentino, o giù di lì. E del quale Renzo De Felice volle pubblicare il sapido “Diario di uno squadrista toscano”. Che, certo, non è La Commedia, ma comunque lettura gustosa. Che al nostro Dante, probabilmente, non sarebbe spiaciuta. Vuoi per l’uso di una pura, e becera, lingua tosca. Vuoi per lo spiritaccio rissoso e fazioso, nel quale si sarebbe potuto riconoscere .
Già, perché l’Alighieri era uomo di parte. E non lo nascondeva. Ed era anche pronto, se necessario, a menar le mani. E a cacciar la spada dal fodero. Forse non quanto quel noto attaccabrighe del suo amico Guido Cavalcanti…ma certo era un bel caratteraccio pure lui.
Con la penna, poi, era più feroce e deciso ancora. E, soprattutto, politicamente scorretto.
Vediamo un po’…. i sodomiti (si legga: i gay) a correre nudi sul sabbione rovente, sotto una pioggia di fuoco…. che non ci sarebbe mica da stare tanto “allegri”.
I banchieri, ovvero gli usurai, sullo stesso sabbione e sotto la stessa pioggia. Ma rannicchiati e immobili.
Le donne? A parte le angelicate, vedi Beatrice, avevano da stare in casa. Al fuso ed al pennecchio. Ovvero a fare la calza. Altrimenti, come Taide, si beccavano della “puttana”. Lo scrive lui, Dante. Non io.
La borghesia mercantile? Gente nova e dai facili guadagni. Guardata dall’alto in basso. Con disprezzo. Perché mica c’avevano come lui un antenato, Cacciaguida, morto alle Crociate. Combattendo contro “quella gente turpa”. Che sarebbero, poi, i musulmani. Proprio la chiesa del dialogo interreligioso e della tolleranza, predicata da Bergoglio… che, per altro, il Dante sicuramente precipiterebbe nel più profondo inferno. A testa in giù nel ghiaccio eterno. Con tutti gli altri papi simoniaci e venduti al potere temporale….
Il governo? Aveva da essere la Monarchia. Meglio ancora, l’Impero. Perché serve, al comando, uno solo. Che tutto possedendo, nulla desideri. Ogni forma, anche la più attenuata, di potere al popolo, ovvero democrazia, è solo caos e disordine. Ovvero farina del mulino di Satana…
E i politici? Per lo più nella pece bollente, con una schiera di diavolacci che li dilaniano con lunghi uncini.
E mi taccio sulle opinioni di Dante su ebrei, eretici e quant’altri di simil specie…tutti dannati. Tutti trattati maluccio assai…
Insomma, Dante era un bel reazionario. Come lo descrive Edoardo Sanguineti nel migliore dei suoi saggi…. e Sanguineti era comunista, anzi, stalinista arrabbiato. E sognava una nuova rivoluzione di Ottobre, con i camalli della sua Genova che impazzano con gli uncini rossi del sangue dei borghesi. Ma era anche un finissimo critico… e un poeta autentico. Amava quel reazionario di Dante, come quel fascista di Pound….
Già, perché poi, a voler essere onesti, nella schiera dei fasci, l’Alighieri si troverebbe in nutrita, e ottima, compagnia. Cèline e Drieu La Rochelle. Brasillach e Gottfried Benn. Jünger ed Haidegger. Gentile e Papini. Marinetti e Evola . Hamsum e Pirandello…
Potrei continuare. A lungo. Ma questo vecchio gioco – quanti geni a destra, quanti a sinistra – sinceramente mi annoia. Anche perché il risultato finale è scontato…
Mi preme, però, fare una precisazione. Dante non era, semplicemente, di destra, nel senso moderno del termine. E neppure, come dice qualche ebete, un fascio. Anche perché il Fascismo gli sarebbe parso troppo… di sinistra. E la destra dei nostri giorni… beh, meglio passare oltre.
Dante era molto, ma molto più a destra – se vogliamo usare questo lessico forzato – di Gengis Khan. Che al confronto sembra un liberale moderato.
Definizione – lo racconto con una punta di albagia – che mi appioppò a suo tempo uno studente in vena polemica. Facendomi il più grande complimento della mia annosa carriera scolastica. Beh, trovarsi in cotanta compagnia…mica roba da tutti…