Si stava ancora ridendo per la stupidità del politico statunitense che, al Congresso, aveva terminato la preghiera con “Amen e Awoman” che subito i politicamente corretti della Vecchia Europa si sono sentiti in dovere di dimostrarsi altrettanto idioti. Prima gli inglesi, come da copione, con un attacco contro il film Grease, accusato di “sessismo e misoginia”. E poi, immancabili, gli italiani che si eccitano all’idea di poter copiare yankee e britannici.
Così in Italia è partito l’attacco contro la pasta Molisana, rea di aver mantenuto i nomi storici ad alcuni formati di pasta che risalivano all’epoca coloniale. Abissine, Tripoline, Africanini. Un’azienda, la Molisana, che finanziava i festival dell’Unità e che è stata difesa persino dall’Anpi. Ma i politicamente corretti mica si occupano di questi particolari. Loro sono boldriniani nel profondo, dunque lotta dura senza paura contro ogni retaggio culturale che possa suscitare dubbi di fascismo, di sessismo, di nazionalismo, di eurocentrismo, di posizioni filonipponiche, di peronismo. Di qualsiasi cosa che non sia ammesso dai comandamenti boldriniani.

Per fortuna la caccia alle streghe sta cominciando ad infastidire anche i numi del pensiero unico obbligatorio. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e la cantante Fiorella Mannoia hanno preso posizione contro queste operazioni intolleranti. Ma le boldrinate proseguono senza sosta, con la pretesa (non la richiesta, ma la pretesa) di epurare Dante, Shakespeare, gli autori latini, i pittori del Rinascimento. In attesa di cancellare ogni desinenza in “o” per sostituirla con un asterisco.
E poi si passerà ad abbattere non solo le statue ma pure i palazzi, i ponti, le linee ferroviarie realizzate nel Ventennio. Basterà? Certo che no. Non si possono certo tollerare i palazzi reali, i castelli medievali, i monasteri e le cattedrali (monsu Bergoglio approverà di sicuro), il Colosseo dove morivano i migranti gladiatori, i templi greci simbolo di un pensiero filosofico inaccettabile.
Le boldrinate non potranno ignorare un’alimentazione da portare sulla retta via. Lasciamo che siano solo le popolazioni precolombiane a nutrirsi di mais, di patate e di pomodori. Eliminiamo la carne, ovviamente. E non proviamo a sostituirla con le povere cavallette migranti. Ma anche sui vegetali bisogna stare attenti, bisogna vigilare.

Perché il caso della pasta Molisana non è isolato. E appena i boldriniani scopriranno che esiste una varietà di riso che si chiama Balilla, partiranno a distruggere le risaie. Tutte, per evitare ogni rischio di contaminazione sessista, fascista, eurocentrica etc etc. Perché i dittatorelli del politicamente corretto ignorano che Balilla fosse il soprannome di un ragazzino genovese, Giovanni Battista Perasso, vissuto nel Settecento. Le boldrinate non si curano della storia. E nemmeno dell’intelligenza.