Cumuli di cadaveri in piazza Duomo, a Milano. Pire per bruciare i cadaveri davanti alla Scala. I monatti che vagano per le strade di Quarto Oggiaro e della Bovisa per caricare i morti sui camion militari. Era lo scenario assicurato dagli esperti a gettone quindici giorni orsono, dopo i festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter. Ed insieme ai portasfiga, in servizio permanente effettivo ed in cerca di visibilità, non erano mancati i grandi nomi del piccolo giornalismo italiano.
Si era fatto a gara tra chi strillava di più contro gli irresponsabili tifosi, tra chi alzava di più il numero dei contagi e delle vittime. Una strage annunciata. Come quella dello scorso anno per i festeggiamenti a Napoli o per le folle che ricordavano Maradona. E poi, nei giorni scorsi, per la promozione in serie A dell’Empoli, e ancora quella della Salernitana.

“Criminali”, “irresponsabili”, “idioti”: solo alcuni degli insulti partoriti dalle poco fertili menti degli ipocondriaci che scrivono sui giornali o che spargono terrore in tv. D’altronde uno dei più noti menagramo, Crisanti, aveva già predetto stragi a marzo. Non ci sono state. Non c’erano state a Napoli. E sono indecenti le giustificazioni per spiegare il loro fallimento come iettatori: particolari condizioni meteorologiche, il vento, la temperatura, la fortuna.
Eppure il sistema perverso di disinformazione si rifiuta di ricordare le dichiarazioni funeree degli esperti di farfalle, le stragi annunciate e non verificate. Se l’ordine di scuderia è quello di provocare terrore, loro eseguono, indifferenti al dato di realtà. Giusto così, perché se si grida che il re è nudo, la farsa diventa evidente. Il pericolo sono i tifosi in una piazza, non i lavoratori e gli studenti accalcati su un autobus o su un treno. Il pericolo sono due giovani che si baciano in un parco, non gli impiegati costretti a stare 8 ore fianco a fianco con i colleghi. Il pericolo è chi, da solo, affronta il mare in canoa o la montagna su un sentiero isolato, non chi è bloccato alla cassa di un supermercato.

Ma i media di servizio protestano se un bambino si accorge che il re non è vestito, non perché sia nudo ma perché obbliga tutti a confrontarsi con la realtà. Censura! censura e censura! Avete già la libertà di andare in monopattino, vorrete mica la libertà di pensare?
1 commento
Il pericolo vero è la scuola in sé ed ora si svela palesemente, i lavoratori senza più lavoro, il falso concetto di sicurezza, la perdita del diritto all inviolabilitá del corpo, la menzogna per indurre a dissonanza cognitiva, la rimozione della coscienza e della morte,in virtù di un’onnipotenza e immortalitá che ha in nuce la fine stessa dell uomo.