“…E l’Italia giocava alle carte, e parlava di calcio nei bar..”. Sono trascorsi 50 anni dall’uscita del brano di Giorgio Gaber. Non si parla più di “presa del potere”, poiché gli oligarchi il potere se lo sono preso e non lo mollano più. Nei bar non si gioca più a carte (oddio, il Covid!) e di calcio si discute sui social. Di quello internazionale, ovviamente, visto l’infimo livello di quello italiano. E sui social si affronta, con tifo calcistico, anche il tema della guerra in Ucraina. Ma ciò che suscita davvero la passione delle masse italiane è ben altro: il gossip.
Gossip, perché chiamarlo pettegolezzo è provinciale. Invece la definizione esotica proietta il gregge italico nel dorato mondo dei Vip. Insomma, proprio Vip magari no. Ragazzotti e ragazzotte di bella presenza, senza arte né parte; ex personaggi di serie B della musica e del cinema che cercano di riconquistare un briciolo di popolarità ed un gruzzolo di denaro. Tutti disposti ad inventarsi false storie di sesso o ancor più false storie d’amore; crisi di nervi più o meno a comando; litigi improbabili e riconciliazioni previste dal copione. Uno show dei finti sentimenti inframmezzato da giochini per deficienti e prove umilianti per i partecipanti.
Eppure, come spiega periodicamente Pier Silvio Berlusconi alla adorante Guarnieri, il pubblico premia questa spazzatura televisiva. E non solo sui canali Mediaset, ovviamente.
Lo stesso pubblico che si entusiasma per Zelensky e per Pettinelli (la simpatia è la medesima), che si indigna a comando contro Putin e Manuel Bortuzzo, che rimpiange la monarchia seguendo Emanuele Filiberto di Savoia che fa il giudice ad Amici e che ricorda con nostalgia l’Africa Orientale Italiana quando al Grande Fratello Vip si esibisce in polemiche e strusciamenti la presunta nipote del Negus Selassiè.
E chissenefrega dell’inflazione, dell’aumento dei prezzi del gas, dell’impoverimento di milioni e milioni di famiglie. Chissenefrega se il maggiordomo italiano di Biden è pronto a distruggere l’ex Bel Paese per far contenti i padroni statunitensi. Chissenefrega dei posti di lavoro che verranno cancellati dalle politiche del governo atlantista. Il gregge è impegnato a discutere sulle fondamentali dichiarazioni di Luca Jurman a proposito dell’incompetenza di Cuccarini e Pettinelli come insegnanti di canto nella trasmissione Amici di Maria De Filippi. Che, poi, a cosa serve insegnare canto se il risultato finale è rappresentato dal successo a Sanremo di chi non sa cantare? Di brani dai testi banali, politicamente corretti, con musiche inesistenti?
Perlomeno, quando Gaber descriveva l’Italia che giocava a carte e parlava di calcio, uscivano a raffica dischi di grande qualità e che vengono riascoltati a mezzo secolo di distanza. Mogol e Battisti non avevano avuto bisogno di una Pettinelli qualunque.