Come diceva Carlo Levi, “le parole sono pietre”. Una frase dai tanti significati. Uno dei quali è: “se le parole sono armi, un modo per disarmare il popolo è quello di impoverirlo sul piano linguistico”.
Ed è proprio quanto sta accadendo da tempo. La televisione generalista, e in particolare i telegiornali, rappresentano i principali responsabili della macelleria linguistica che impoverisce il linguaggio e sottrae alla gente la possibilità di ragionare con la propria testa. Giacché senza il linguaggio siamo incapaci di pensare.
Un esempio?
I verbi “ricoverare”, “operare” e “vaccinare”, sono verbi transitivi; in quanto tali hanno una forma attiva (io ricovero, io opero, io vaccino), una forma passiva (sono ricoverato, ecc.) ma non una riflessiva. Capita a tanti verbi della nostra lingua: posso dire “io mi lavo”, nel senso che “io lavo me stesso”, ma anche “io mi mangio”, non nel significato di mangiare una parte di se stessi (come si narra del principe della Tessaglia Erisittone che si divorò brano a brano) ma nella forma idiomatica per cui si dice “mi mangio una mela o un gelato”. Una forma, come si dice nelle grammatiche che si usano a scuola, di “riflessivo apparente o improprio”.

Ci sono poi verbi transitivi che non hanno la forma riflessiva, né reale, né apparente: verbi come pescare, pagare, lavorare e così via. Non sono tantissimi ma, ma di uso comune.
A questa categoria appartengono i verbi citati, vale a dire “ricoverare”, “operare” e “vaccinare”.
Tuttalpiù può essere accettata la forma “mi ricovero” nell’accezione letteraria e antiquata di “mi ritiro, me ne vado”. Ma inaccettabile è dire “mi ricovero” al posto di “sarò ricoverato in ospedale”. Il motivo ovvio è che io non posso “ricoverarmi da solo”, ma sarà un medico a stabilire che per me è necessario un ricovero ospedaliero e a prescrìvermelo.
Allo stesso modo è inaccettabile dire “mi opero” e tantomeno “mi vaccino”, in quanto a eseguire l’operazione chirurgica o a iniettarmi il siero immunizzante sarà una equipe medica. Solo John Rambo riusciva ad autooperarsi: ma quello era un film!
Eppure queste espressioni orripilanti sono diventate di uso comune. Tanto più in questi giorni durante i quali non si parla se non di vaccini contro il covid19 e di ricoveri.
Speriamo che non si arrivi a coniugare nella forma riflessiva, apparente o meno, anche la parola “morire”. Un verbo, che per sua fortuna, è intransitivo: e in quanto tale ha solo la forma attiva.