A tre anni e mezzo dalla fine dei due mandati consecutivi alla presidenza della Repubblica argentina, Cristina Kirchner è ancora la leader incontrastata del peronismo di sinistra.
Il quadro politico non è mutato molto e le elezioni che si svolgeranno il 27 ottobre rischiano seriamente di riproporre il frazionamento della grande famiglia peronista che consentì all’imprenditore liberista Mauricio Macri di vincere al ballottaggio.
Al momento, infatti, i primi sondaggi testano le candidature del presidente uscente, della quasi sessantaseienne pasionaria e del peronista dissidente Sergio Massa. Quest’ultimo ottenendo più del 20% dei voti al primo turno nel 2015 impedì la vittoria del delfino kirchnerista Daniel Scioli, poi sconfitto di poco al secondo turno.
La presidenza Macri ha subito dei notevoli alti e bassi, e dopo essere partita sulle ali dell’entusiasmo del primo presidente nella storia del Paese a non appartenere a nessuna delle due principali famiglie politiche che si sono succedute nel corso dei decenni (peronisti e radicali) ha dovuto fare i conti con le immani proteste di piazze capeggiate dai sindacati nazionali contro i tagli all’economia e il ritorno del Fondo Monetario Internazionale, scongiurato nei dodici anni di era kirchnerista.
Macri, che pure era uscito con una mezza vittoria dal parziale rinnovo dei due rami del Parlamento, non sembra imbattibile e stando alle rilevazioni diffuse dal quotidiano Clarín sarebbe dietro di due punti percentuali a Cristina Kirchner.
Lo stesso sondaggio condotto dal CIGP (Image and Political Management Consultant) lo vedrebbe, però, trionfare al secondo turno. In questo inciderebbe ancora una volta la candidatura del quarantaseienne Massa sostenuto dal Partido Justicialista che, però, in un ballottaggio con l’attuale inquilino della Casa Rosada sembrerebbe in grado di conquistare la massima carica istituzionale della nazione.
Definito il quadro politico, il vero nemico della Kirchner rischia di essere lo stesso che ha estromesso dalla corsa presidenziale Lula in Brasile: la magistratura. Sulla ex presidentessa pendono ben 3 processi che prenderanno il via il prossimo mese. L’elezione al Senato nel corso delle votazioni di midterm pongono al momento la Kirchner al riparo da un eventuale arresto ma con una parte dei peronisti intenzionati ad estrometterla dalle presidenziali potrebbe anche essere raggiunto il voto dei 2/3 del Parlamento necessario a rimuovere l’immunità.
Alla sola idea c’è da scommettere che Fmi e Stati Uniti gongolino pensando di poter mettere in soffitta un altro dei leader di quel socialismo del XXI secolo che nei primi anni Duemila hanno reso loro difficile muoversi nel subcontinente latinoamericano.