“Vedrai che il mondo cambierà” (Gianni Morandi). “Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà” (Luigi Tenco). “La nuova era non sarà il proseguimento dei 5 anni che si chiudono” (Emmanuel Macron). Indubbiamente erano più credibili Tenco e Morandi. E, non a caso, il nuovo quinquennio si è aperto con il botto, anzi due: la polizia ha ammazzato due persone che celebravano, a modo loro, la rielezione di Macron mentre gli imbecilli che hanno permesso la sua vittoria scendevano in piazza a protestare, tra cassonetti bruciati e scontri con la polizia, proprio contro la vittoria che avevano determinato.
D’altronde lo stesso Macron ha parlato di rabbia di una Francia attraversata dalla collera di tutti gli esclusi, e sono sempre di più. Anche se i media italiani continuano a mentire. Le ammissioni di Macron smentiscono, clamorosamente, le patetiche menzogne di Dario Maltese sul Tg5, l’ammiraglia di Berlusconi teoricamente alleato di quelle destre massacrate dalle sue emittenti. Ma per accorgersi di essere presi in giro, i destri dovrebbero avere una pur vaga idea di ciò che succede nel mondo. E non ci sono rischi..
Non che il riEletto sia fonte di verità assolute. Quando giura che sarà “il presidente di tutti i francesi”, mente sapendo di mentire. Una frase la cui banalità è in linea con le dichiarazioni delle aspiranti Miss Italia del recente passato: “Vorrei la pace nel mondo”, “Vorrei eliminare la fame nel mondo”. Macron continuerà ad essere il presidente dei ricchi, delle oligarchie francesi e di quelle statunitensi. Tutt’al più si ritroverà a dover pagare le cambiali per il sostegno determinante del teoricamente sinistro Mélenchon. Che non può essere così stupido da illudersi di venir ripagato con interventi di politica sociale in contrasto con gli interessi degli oligarchi. Dunque dovrà accontentarsi di interventi a favore degli immigrati e contro le radici francesi.
Ma, come sostiene correttamente Malgieri su Formiche, al riEletto non interessa minimamente il futuro della Francia. Lui punta a diventare il primo presidente degli Stati Uniti d’Europa. E la Francia serve solo come trampolino da cui spiccare il volo. E, dopo, come piedistallo dove collocare il monumento a se stesso. Potrebbe persino riuscirci. Considerando la nullità assoluta dei leader politici di Germania, Italia e pure Spagna, non ha rivali. L’unico problema è che gli Stati Uniti d’Europa non esistono ed i maggiordomi di Biden hanno paura di qualsiasi libertà che metta in dubbio il potere di Washington.
Quanto alla Francia, molto dipenderà da ciò che le destre riusciranno a costruire in meno di due mesi, per arrivare alle elezioni legislative di giugno con una proposta seria ed una classe dirigente credibile. Alla Garbatella ed in via Bellerio si augurano un fallimento, per evitare di dover prendere lezioni e di dover mettere in dubbio l’utilità di un’alleanza con chi paga la poubelle del Tg5.