Non è bastata la vergognosa ritirata americana in Afghanistan. Ora ci riprova Macron che, in vista delle presidenziali della prossima primavera, sta cercando di ridurre al minimo la presenza delle truppe francesi in Mali. Peccato per lui che, come sempre accade, il vuoto tenda ad essere riempito. Così il governo del Paese africano sta trattando con i russi di Wagner per avere truppe in sostituzione di quelle transalpine.
Ovviamente per i media di servizio italiani gli uomini di Wagner sono mercenari mentre le truppe private americane che erano presenti in Afghanistan, in Siria e in numerose altre zone calde sono contractor. Che è la stessa cosa ma suona meglio.
Tornando a Macron è evidente che il piccolo uomo ha rinunciato ad essere protagonista della scena internazionale ed è tornato il Micron che ha commesso una infinità di errori sul fronte interno. Spera, in questo modo, di recuperare un briciolo di popolarità per arrivare al ballottaggio alle presidenziali. Difficile che possa riuscirci. A destra Marine Le Pen appare in grado di ottenere più consensi di Macron, il centrodestra neogollista potrebbe schierare Xavier Bertrand che ha umiliato Macron alle regionali, a sinistra il sindaco di Parigi Anne Hidalgo potrebbe rilanciare il partito socialista. Insomma, lo spazio per Macron proprio non esiste. Neppure nel caso in cui Le Pen arrivasse al ballottaggio e si ricreasse il consueto fronte contro la destra. Perché non sarebbe lui lo sfidante.
Ed è piuttosto squallido che la Francia esca di scena dal Mali, e con lei l’Europa, solo per le fallimentari strategie di Macron, trascinato dall’ambizione e dalla propria inadeguatezza.
Ora si tratterà di fare i conti con la presenza di Mosca in Mali e, progressivamente, in altri Paesi africani. Perché gli uomini di Wagner saranno anche mercenari, ma rispondono agli interessi geopolitici della Russia. Che si rafforza in Asia ed in Africa mentre l’Unione europea si trastulla con le frasi ad effetto di Mattarella e di Sua Divinità Mario Draghi. Impegnati a cercare di obbligare tutti gli altri Paesi europei a farsi carico degli invasori che l’Italia non sa respingere.