A Macron non piace vincere facile. Tutti i sondaggi lo danno in testa sia al primo turno delle presidenziali (anche se, formalmente, non ha ancora annunciato la propria candidatura) sia al successivo ballottaggio. E lui che fa? Si scaglia contro i No Vax transalpini utilizzando un verbo, emmerder, che ha un significato decisamente più pesante rispetto al banale “rompere le palle”. E provocando la reazione sdegnata di destra e sinistra.
Non per la minaccia in sè di andare ad infastidire i renitenti al vaccino – anche se non è bello che il presidente della repubblica minacci una parte, consistente, del proprio popolo – ma per il linguaggio utilizzato. Insomma, un presidente della repubblica non può insultare i sudditi, non può mettersi le dita del naso, non può esibirsi in rumori corporali (sì, Biden lo ha fatto in un convegno internazionale, infastidendo i vicini), non può fare sedute spiritiche (e infatti Prodi è stato stoppato da Renzi).
Forse Macron ha pensato che, dovendo rinunciare all’asse privilegiato con Berlino per sostituirlo con quello un po’ sfigato con Roma, avrebbe dovuto modificare i comportamenti. Se un presidente straniero ospite di Berlusconi in Sardegna si poteva far fotografare nudo, anche Macron era obbligato ad adattarsi al nuovo stile italiano.
Il Bel Paese dove il leader di un partito nonché ex presidente della Camera può utilizzare a suo piacimento una casa donata al partito per i giochini finanziari del cognato; dove una esponente della sinistra dura e pura può lamentarsi pubblicamente perché la domestica si è stancata dei suoi capricci e se n’è andata costringendola a cucinare e lavare i piatti come una qualunque donnetta del popolo a cui chiede i voti; dove il cafonal trionfa; dove chi accoltella un collega di lavoro non va in carcere ma ai domiciliari, così può uccidere anche il proprio figlio.
Se questo è il nuovo partner privilegiato di Parigi, Macron potrà bene utilizzare un linguaggio perfettamente in linea con quello adoperato nei film politicamente corretti realizzati in Italia. Se l’Italia è quella che viene presentata in uno dei programmi di punta di Canale 5, con gli scontri tra una cantante lirica in disarmo e tre presunte principesse etiopi, “emmerder” diventa un’espressione quasi da convento.
Poi è normale che la sinistra estrema e le destre sparpagliate fingano indignazione perché le istituzioni non dovrebbero scadere a questi livelli, almeno in Francia. Ma invece di correggere il linguaggio di Macron, le destre potrebbero provare a correggere la propria fallimentare strategia di avvicinamento al voto presidenziale. Con i sondaggi che ora vedono appaiate al secondo posto (dietro Macron) le due dame Pécresse e Le Pen mentre il cocco della “buona destra” conservatrice e liberale, Zemmour, arranca a due punti di distanza nonostante il battage mediatico.