..E qui si parrà la tua nobilitate.. La sfida lanciata da Parigi a Washington sugli aiuti di Stato alle aziende statunitensi per la transizione ecologica, mentre l’Europa dei maggiordomi guarda servile ed impotente, mostrerà davvero chi vale qualcosa e chi preferisce il ruolo di lacchè. Macron, contagiato dalla grandeur francese, guida pur sempre la terza potenza industriale europea, alle spalle di quella tedesca e di quella italiana (a volte davanti a quella italiana) ed è giustamente preoccupato sia per i 369 miliardi che l’amministrazione Biden metterà a disposizione della manifattura nordamericana sia per il costo esagerato del gas che i maggiordomi acquistano dagli Usa.
Ma le dichiarazioni del presidente transalpino stridono con i lacci imposti da Bruxelles agli aiuti di Stato europei a favore delle aziende del Vecchio Continente. Manette, più che lacci. Il massimo che può fare, il povero Macron, è di ridurre le tasse per le imprese francesi. Ma, in un sistema europeo, ciò significherebbe ridurle anche per tutte le aziende della Ue che operano in Francia. Con inevitabili trasferimenti dai Paesi con livelli più elevati di tassazione.
In realtà anche una misura di questo tipo si rivelerebbe insufficiente. I maggiordomi europei hanno già ridotto al minimo le tasse per le multinazionali statunitensi, a partire da Amazon. Creando dunque una disparità a danno delle imprese europee che pagano di più. Un suicidio economico che non si sa quanto involontario e gratuito.
Anche con una tassazione più favorevole, però, resterebbero i problemi sui costi dell’energia, 4 volte più alti – secondo le proteste di Parigi – per il gas di Washington rispetto a quanto lo pagano gli statunitensi. Ovviamente gli atlantisti italiani fingono indifferenza su questo aspetto, per non mettere in cattiva luce i padroni di oltreoceano. Così come sono in prima linea ad autocastarsi sul fronte del commercio internazionale, applicando sanzioni a chiunque dia fastidio a Biden.
Al circolo della Garbatella, però, fanno affidamento non sulle proprie politiche di rilancio bensì sul fallimento della reazione francese. L’importante è che nessuno esca dalla melma imposta dal petomane di Washington. Se tutti affondano, è più facile giustificare il proprio immobilismo. Dunque bisognerà insistere con Ursula von der Leyen affinché non ci siano deroghe negli aiuti di Stato alle imprese. Non bisogna infastidire i padroni. E pazienza se, nonostante le tassazioni agevolate, Amazon ridurrà l’occupazione in Europa. E bisognerà aspettare ordini per acquistare eventualmente il gas dalla Turchia che diventa l’hub europeo ma utilizzando anche il metano russo.
In ogni caso di ridurre le tasse proprio non si parla. L’economia italiana è basata sul clientelismo, sugli stipendifici inutili e costosi, mantenuti grazie alle tasse dei contribuenti. Ridurre le tasse significherebbe ridurre gli sprechi e questo non si può fare. Non si vuol fare.