Emmanuel Macron è pronto a dimettersi. Come potrebbe continuare a fare il presidente della repubblica francese dopo che Augias ha deciso di restituire la Legion d’onore? Il giornalista italiano intende protestare per l’accoglienza riservata da Macron al presidente egiziano Al Sisi, a sua volta insignito dell’onorificenza transalpina. Una protesta, quella di Augias, legata all’omicidio Regeni ed alla detenzione in Egitto di uno studente egiziano, Patrick Zaki, che frequentava l’ateneo bolognese.

Non risultano eroiche prese di posizione di Augias contro la regina Elisabetta ed il governo di Londra, nonostante le evidenti responsabilità inglesi nella vicenda Regeni. Non risultano, al momento, richieste del presidente della Camera, il pentastellato Fico, di richiamare il nostro ambasciatore a Londra. E non risulta neppure un movimento di opinione guidato da Augias, Fico, Mimun e simili per protestare contro l’assurda detenzione a Bengasi di un gruppo di pescatori italiani sequestrati da oltre 100 giorni.

Chissà, forse Soros non ha ancora finanziato iniziative spintanee a favore dei pescatori. Chissà, forse Di Maio e Mattarella, a differenza di Macron, non hanno ancora capito il ruolo dell’Egitto nella questione libica. E probabilmente non lo ha capito neppure Augias, oltre alla redazione del Tg5.
I pescatori italiani, insieme ai loro compagni di lavoro nordafricani e asiatici, non hanno diritti per il semplice motivo che la politica estera italiana non esiste. Esistono alcuni buffoni che si vantano di aver restituito un prestigio internazionale all’Italia, ma non ci credono neppure loro. A differenza dei disinformatori di professione che si indignavano per i giochi cretini di Berlusconi, dimenticando che il sultano di Arcore era comunque in grado di far dialogare Putin con gli europei e gli americani. Ma i disinformatori si autoconvincono che l’Italia del lìder minimo abbia una politica estera, che Di Maio sia un ministro competente (piace anche al grande economista Brunetta) e che il sequestro dei pescatori sia una sciocchezza da non prendere in considerazione.
Così come le tensioni tra Turchia e Grecia, come le perforazioni nel Mediterraneo per conquistare i giacimenti di gas più ricchi, come gli avvenimenti in Siria, in Palestina, nel Vicino Oriente. Come l’espansione economica cinese nel Mediterraneo, ex mare nostrum ed ora di chiunque altro.
Macron, privato dell’onore di annoverare Augias tra i premiati, dovrà dimettersi perché non ha capito che Augias è più importante della presenza francese nel Mediterraneo ed in Africa centrale, dell’alleanza con la Grecia, della capacità di confrontarsi con Mosca e Pechino. E dei rapporti con Il Cairo. Quei rapporti che avrebbero consentito, se al governo degli Incapaci interessassero i pescatori, di chiedere a Macron una pressione su Al Sisi affinché ordinasse ad Haftar di rilasciare gli italiani sequestrati. Troppo complicato per Augias e Di Maio.