Da quanto preannunciato da Bassi Maestro nella presentazione di Esse Magazine del nuovo album di Guè, in questo progetto il gangsta rapper numero uno d’Italia avrebbe avuto carta bianca nel processo creativo di scrittura, veleggiando in assoluta comfort zone sulle produzioni di Bus(dee-dee)deez, tornato per questa volta a produrre dalla A alla Z un album rap, dopo essersi ormai allontanato dal genere per trasformarsi nel suono electrofunk di North of Loreto.
Forgiare questo album a quattro mani ha permesso a Cock Dini (coadiuvato da DJ Shablo nella produzione del brano “Chiudi gli Occhi”) e alla G Nazionale di recuperare melodie, atmosfere e sound dei quali i due artisti sono genuinamente appassionati, e si sente.
Il risultato è un album che non è orientato al mercato, ma che suona naturale, realizzato da due addetti ai lavori che fanno ciò che loro piace e nel modo in cui a loro piace di più farlo.
Nelle dodici tracce di “Madreperla”, le citazioni si susseguono sin dall’inizio.
Infatti, il ritornello di “Prefissi” è una chiarissima citazione di “Wanksta” di 50 Cent, da cui riprende anche il significato di smascherare i finti gangster tra strofe abilissimamente intrecciate tra i prefissi telefonici di varie nazioni che diventano pretesto per introdurre tematiche spiccatamente rap, o meglio, tradizionalmente da Guè.
“Mi hai capito o no?” è un vero manifesto della sedimentazione nel tempo di diversi strati che originano da un medesimo brano, nello specifico “I Can’t Go For That” di Daryl Hall & John Oates, nella versione del 1983 di Ron (da cui il brano di Guè ha mutuato il titolo e i sample) e che, migrando in un genere ben diverso, dimostrano la loro vitalità, confermandosi pietre miliari della musica contemporanea.
“Need U 2Nite”, con Massimo Pericolo e la cui base si sviluppa campionando “Stay With Me Till Dawn” di Judie Tzuke, insieme a “Free” (con Marracash e Rkomi) e “Lontano dai guai” (feat. Mahmood) sono tre brani nei quali Guè torna ad affiancare alla peculiare narrativa gangsta rap un’introspezione quasi inaspettata, che dà molta profondità lirica all’album e nobilita il genere anche dal punto di vista contenutistico.
Inoltre, nell’ultimo di questi tre pezzi, sicuramente il più soul/funk dell’album (grazie anche al talento del vincitore di Sanremo 2019) Bassi Maestro ci fa respirare un po’ del suo sound made in North of Loreto.
“Mollami pt. 2”, sequel (nel titolo) di “Mollami” dell’album “Vero” del 2015 è un palese omaggio a Here Comes The Hotstepper di Ini Kamoze, mentre in “Chiudi gli occhi”, Busdeez e DJ Shablo recuperano e rivisitano “Amore impossibile” dei Tiromancino.
A impreziosire il progetto è la partecipazione in “Da 1k in su” di Benny the Butcher del collettivo Griselda, che, dopo le strofe di Jadakiss e Rick Ross in “Guesus” (l’album di Guè che precede “Madreperla”), immette in circolo nel Bel Paese un po’ del miglior rap d’oltreoceano che si possa trovare oggi.