“Cerco di osservare ciò che ho sotto gli occhi… il giardino di casa. La mia strada. E tutto mi sorprende. La vita è un’inspiegabile magia”
Trovo questa frase di Goethe. Su fb. Perché in mezzo alla pula si possono scoprire le spighe di grano.

Magia del quotidiano. La più ardua da scoprire. E praticare. Perché quella di Goethe non è un’annotazione casuale. Nulla è in lui casuale. Non una frase. Non una sola parola. Tutto riconduce ad una particolarissima esperienza del pensiero. E della percezione. Leggete il commento di Rudolf Steiner alle Opere Scientifiche, e vi diverrà palese.
E Goethe non usava mai le parole a caso. Non le banalizzava. Non le svuotava del loro senso profondo. Perché sapeva, per esperienza non per semplice cultura o sterile erudizione, che il nome della rosa è la rosa stessa.
Quindi, se parla di “magia”, di autentica magia si tratta. Non di una vaga meraviglia, di un sentimento sognante…
Nel quotidiano, nell’ordinario, nella monotonia dell’usuale è insita una magia possente. Molto più possente di quella che si trova nei simboli magici, nei pentacoli, nei sigilli, e in tanta altra paccottiglia occultistica. Paccottiglia, naturalmente, per l’uomo odierno che ne fa (per modo di dire) uso al solo scopo, sottaciuto anche a se stesso, di provare qualche brivido, di atteggiarsi. Di giocare.

Perché tutti i simbolismi astratti sono e restano, appunto, tali. Mere astrazioni. Che danno soddisfazione al nostro gusto per il fantastico, che accentuano un vacuo sentimento di sé…Null’altro. Perché chi non è capace di cogliere la potenza magica delle cose ordinarie, ancor meno può sperimentare quella, che so, del Sigillo di Salomone o degli Arcani Maggiori dei Tarocchi…
Pascoli diceva che l’oggetto naturale è il simbolo più potente. Non serve parlare di Fauni come Mallarmé. Basta una piccozza abbandonata su un costone di roccia… Un solco d’aratro nel maggese… Un gelsomino che profuma nella notte. Ciò che conta è la capacità di vedere. Di percepire la luce dietro alle cose.
Goethe parla del suo giardino. Della via che percorre usualmente. E noi viviamo immersi, anzi imprigionati in una atmosfera di monotonia e grigiore che non ha precedenti nella storia umana. Eppure proprio qui ci è data una possibilità incredibile. Riscoprire il senso magico delle cose ordinarie. Che è la via della liberazione. Ciò che ci può permettere di evadere dalla gabbia in cui ci hanno costretti, con la complicità delle nostre, ottuse, paure.
Vedere la meraviglia dell’ordinario. Che significa, anche, scoprire cosa si celi davvero dietro a questo gioco di illusioni.