“Mi sono persino stancato di dirlo: non intendo favorire un governo con i 5 Stelle. Li ho sconfitti due volte e non governo con loro”. “Io con il partito di Bibbiano non intendo avere nulla a che fare”. “La mia esperienza di governo termina con questa”. “Il giorno in cui, ma non succederà mai, il Movimento 5 Stelle dovesse allearsi con i partiti responsabili dello sfascio dell’Italia, io lascerei il Movimento 5 Stelle”.
Dichiarazioni chiare, che non lasciano dubbi. La prima è di Zingaretti, nel 2019. E poi Giggino Di Maio, Giuseppe Conte nella versione filoleghista, Alessandro Di Battista. Chi vuole può aggiungere “Se perdo lascio la politica”, di Matteo Renzi.

Ora tutti insieme, appassionatamente, per cercare di riaggiustare i cocci ed evitare di tornare al voto. Perché, dopo strilli, strepiti, capelli tirati e graffi vari, i protagonisti delle promesse vane hanno recuperato un pallottoliere ed hanno fatto i conti. Scoprendo, alcuni con terrore e Renzi gongolando, che le truppe mastellate sono insufficienti per garantire la sopravvivenza di Conte. In versione bis o ter, non importa.
Dunque si scarica nuovamente Mastella, tornato ad essere un voltagabbana e non più un responsabile costruttore. E si recupera il bugiardissimo Renzi. Quello che, sino al giorno prima, era l’inaffidabile, l’irresponsabile, il bomba. Chi è che, solo due giorni fa, aveva detto “Mai più con Renzi”? Chi aveva giurato che i rapporti con Italia Viva erano morti e sepolti?
Ma l’avanspettacolo non conosce decenza. Ce lo chiede l’Europa. No, l’Europa chiederebbe un briciolo di onestà intellettuale, un minimo di dignità, un piano di impiego delle risorse che serva a qualcosa oltre che a sprecare miliardi di euro per gli amici.
Invece contano solo le poltrone. Ed il rientro di Renzi potrebbe essere accompagnato da un valzer di seggiole e strapuntini. Perché il bugiardissimo vuole costringere i 5 Stelle ad accettare la primazia del Pd. Sapendo perfettamente che i pentastellati voteranno qualsiasi cosa pur di conservare lo scranno.

Non è neppure vero che lo fanno per evitare che il centrodestra torni a governare (il che è sacrosanto, se lo decidono gli elettori), perché i sondaggi indicano una sostanziale parità tra centrodestra ed i nemici del centrodestra. Lo fanno per le singole poltrone, per gli stipendi personali da parlamentari. Lo sanno tutti, e Renzi ne approfitta.
L’oppofinzione, invece, continua a chiedere elezioni anticipate, fregandosene di sondaggi non troppo incoraggianti. Facendo finta che Pd e 5 Stelle non possano allearsi, facendo finta di credere che Renzi e Calenda non sarebbero della partita. Quel Renzi che non voterà per sfiduciare Conte, in modo da tenersi aperta la porta per tornare a governare proprio con i 5 Stelle.