“Con il Movimento 5 Stelle mai!”. Non lascia dubbi la dichiarazione di Mimmo Portas -leader dei Moderati subalpini usciti fa Forza Italia, diventati la principale stampella del Pd in Piemonte, ora trasmigrati alla corte di Renzi – a proposito delle elezioni comunali di Torino. Forte e chiaro: Non vogliamo compromessi con i grillini, dopo i disastri che hanno provocato con la giunta Appendino.
Finalmente un politico che ha delle certezze e non arretra di un passo.

O quasi. Perché poi, con minor forza e chiarezza, Portas precisa che il Niet vale solo per il primo turno. Dopodiché per l’eventuale ballottaggio il sostegno dei 5 Stelle diventa utile, praticamente fondamentale. Dunque si può trattare. Anzi si deve. E i disastri di Appendino? Svaniscono tra primo e secondo turno. Le odiate piste ciclabili diventano una idea convincente, la guerra contro le auto sacrosanta, i trasporti pubblici giustamente rari per essere maggiormente apprezzati quando arrivano.
Ma solo dopo, sia chiaro. Al primo turno il candidato del Pd ricorderà l’opposizione dei 5 Stelle contro la Tav, contro le Olimpiadi invernali. Ricorderà gli intollerabili ritardi per il metrò. Per il ballottaggio è previsto un plauso per aver risparmiato a Torino i disagi olimpici, per aver lungamente riflettuto sul metro. E la Tav sarà solo un male necessario. Ma un grande male.

Poi, dopo la probabile vittoria di Lo Russo – chissà se il centrodestra inizierà la campagna elettorale prima che il nuovo sindaco si insedi a Palazzo Civico – i grillini verranno scaricati senza nemmeno un ringraziamento. E qualcuno dovrà trovarsi un lavoro. Magari da Zucca..