“Scusi prof…” sono gli ultimi giorni di scuola. L’aria è afosa. L’aula, in cemento grigio, rovente. La stanchezza pervade addirittura i banchi e gli oggetti….figuriamoci gli studenti. E il professore..
Dimmi.
Gli occhi neri scintillanti. Il sorriso allegro.
” Volevo chiederle…ma Leopardi mica era un maledetto, vero?”
“Aho’, er caldo te fa male…che maledetto e maledetto. Por’omo…solo uno sfigato era…” il Boro si deterge il sudore con un foglio di carta. Gronda, ed è, di fatto, in canotta e bermuda.. Stile muratore anni ’50.
Del resto, anche la mora è venuta in shorts. E il coatto palestrato sembra ora caduto in uno stato di contemplazione catatonica.
Vabbè, è la stagione…
No, Leopardi non può essere considerato un maledetto. Certo, è il primo che coglie, con disperante lucidità, il tragico della modernità. E il non senso del vivere, per l’uomo moderno. Ma questo non si tramuta in atteggiamenti di ribellione. O morbosi. All’opposto cerca momentaneo ristoro nella, dolente, contemplazione della bellezza della natura… Momentaneo, perché il piacere, per Leopardi, è solo un momento, un intervallo nel dolore…
(“Proprio l’anima della festa..” bofonchia uno dei coatti)
Per i cosiddetti “maledetti”, invece, il non senso della esistenza si traduce nella volontà di spezzare ogni schema. Ogni convenzione. Morale e intellettuale…
“Erano dei bei zozzoni, vero prof?”
No, non necessariamente. Anche questa è una immagine convenzionale che lascia il tempo che trova. Certo, sopratutto quelli francesi, ostentavano comportamenti sessuali volutamente scandalosi. Per l’epoca naturalmente. Che oggi…
(faccio un gesto con la mano, come per spazzare via una foschia immaginaria)
“Oggi sarebbero più accettati, vero prof?” la glaucopide. Lei prende sempre tutto sul serio.
” Voglio dire, verrebbero ritenuti normali. Noi siamo più aperti di mentalità… ” le sorrido.
Forse..ma vedi, oggi, i maledetti, quelli di un tempo, quelli veri, assumerebbero comportamenti esattamente opposti. Perché il loro scopo non era assecondare i loro istinti, le loro debolezze, se posso osare i loro vizi (la glaucopide ha un sussulto)…Era spezzare la rappresentazione convenzionale del mondo, una gabbia in cui si sentivano imprigionati. E dalla quale volevano liberarsi. Questo spiega le perversioni sessuali, l’uso di droghe, l’abuso di alcool…e anche la passione per pratiche magiche abbastanza…oscure.
“Mo’ pure stregoni erano?”
No, non proprio. Ma ne erano attratti. Tant’è che nei loro caffè, punti di ritrovo, circolavano figure strane, difficili da inquadrare. Di cui la storia ufficiale preferisce tacere…
“Tipo? Sta cosa me sta a incuriosì”
Guardo il Boro… È quello che è, ma certe domande vengono quasi solo da lui…segno dei tempi..
Tipo lo scrittore e pittore Josephin Péladan, che era amico di Mallarmeè, e promosse molti artisti… Ma di lui, in genere, non si fa menzione alcuna nei testi scolastici e accademici. Perché il suo interesse principale era l’occulto. Come per il suo compagno di avventure Stanislas de Guaita. La cui produzione poetica non sfigura accanto a quella dei grandi maledetti suoi contemporanei. E amici. Ma viene dimenticata, perché secondaria rispetto ad altre opere. Come “Il tempio di Satana”. Che lo fecero considerare dedito al satanismo. Alla magia nera…
“Ed era vero prof.?” mi stringo nelle spalle…
Mah, da quello che scrive non è improbabile. E anche da alcuni comportamenti. Raccontano che girasse per Parigi solo di notte. E addirittura che dormisse, di giorno, in una bara… Ma sono racconti. Come dite voi, sorta di leggende metropolitane…
“Un bel matto eh prof.?” mi stringo di nuovo nelle spalle…
Matto.. Eccentrico, certo. E inquietante. Ma il punto non è questo. Vedete, con le loro opere, con i loro comportamenti tutti questi, e anche Baudelaire, Verlaine, Rimbaud…mettevano in discussione la realtà. La realtà della società borghese certo. Ma anche, anzi soprattutto, la realtà in sé e per sé. Urlavano che era solo rappresentazione. Convenzione. Volevano andare oltre. Perché sta qui la differenza con Leopardi. Per lui, al di là della siepe, vi è una realtà oggettiva. Che è causa di dolore, sofferenza, noia. Morte. Per cui si può solo illudersi. E sognare. Per questi maledetti, invece, esistono davvero interminati spazi e sovrumani silenzi. Abissi in cui vogliono sprofondare. Per vedere cosa ci sia al di là. Una…scommessa tragica. Che, in molti casi, li ha portati alla autodistruzione…
Suona la campanella. Peccato, erano attenti. Nonostante l’afa.
Mi avvio per uscire…. ma la mora (e te pareva…)
“Ma allora prof. oggi non ci sono più maledetti? Eppure cantanti come Vasco…”
Mi giro sulla porta.
“Vasco chi?” lei ride…
“Ma dai prof.! Quello della vita spericolata…è roba della sua generazione…”
Sorrido.
“Ah sì…quello che è corso a farsi il vaccino. Che se ne è stato rintanato per due anni con la mascherina. Che si dichiarava sostenitore del Governo e delle sue politiche restrittive…(rido) come ribelle, come maledetto non c’è davvero male… Ma, in fondo, è quello che ci meritiamo. Un segno dei tempi…
Esco.