E così, con l’inverno, è arrivato anche il Capricorno. O meglio, il Sole è entrato nella costellazione del Capricorno. Che governa (non so se si possa dire così) il primo mese invernale. Il più cupo, freddo, rigido.
Ed è forse proprio per questo che il Capricorno è segno zodiacale con una…cattiva fama.
E infatti nel suo “Specchio di astrologia”, quell’eccentrico, un po’ mistico un po’ pazzoide, surrealista che fu Max Jacob, del Capricorno dice… alquanto male.
Segno delle eminenze grigie. Dei sicari. Dei boja. E anche, inevitabilmente, dei filosofi, dei becchini, degli asceti e, al tempo stesso, dei depravati.
Non c’è malaccio, no?
Insomma, un segno che ha, sempre e comunque, a che fare con la morte. In tutte le sue declinazioni.
Non per nulla, nelle fatiche di Eracle, è rappresentato dalla caccia agli Uccelli Stinfalidi.
La sesta delle Dodici Fatiche. Tutte collegate con i segni dello Zodiaco.
Volatili mostruosi, con artigli becco e piume di bronzo. Avidi di carne umana.
Trafiggerli con frecce avvelenate dal sangue dell’Hydra, dopo averli costretti a levarsi in volo, rappresenta proprio l’affrontare la Morte. E superarne la grande paura.
Però il Capricorno, segno del cupo inverno, non è un segno triste. Anzi, ha un suo spiccato senso dell’umorismo. Una sua, ombrosa, allegria.
Capricorno era Molière. E il suo umorismo, acre e corrosivo, resta impareggiabile. E venendo più vicini, era capricorno Paolo Villaggio. La maschera di Fantozzi continua a vivere…. perfetta, per certi versi profetica, rappresentazione dell’italiano medio dei nostri anni.
Capricorno erano anche Jack London, Salinger con il suo Giovane Holden, Edgar Allan Poe con i suoi incubi e un senso, più unico che raro, del grottesco nella vita. E non dimentichiamoci di Mishima. Il più grande scrittore giapponese. Autore di capolavori assoluti. La sua tetralogia “Il mare della fertilità” non ha nulla da invidiare alla Recherche. Anzi, è molto più… avvincente.
Potrei continuare a lungo….
Ma mi limiterò a ricordare il professor Tolkien. Tanto per risponde agli astrologi da rotocalco che sostengono che il Capricorno è un realista terra terra. Privo di immaginazione.
Certo. Resta un segno difficile. Mezzo pesce e mezzo capra in alcune rappresentazioni. Portato a inerpicare verso l’alto, per cercare un (impossibile?) librarsi in volo.
Ha le zampe per terra il vecchio Caprone. Ma sa nuotare come un delfino. E, forse, si ricorda di quando era un uccello dalle piume di bronzo.
È poco gradevole, si dirà. Testardo e duro come l’inverno. Determinato. Però è anche simpatico, sempre a suo modo. E poi bisogna tenere conto della decade. Ovvero se è di dicembre o di gennaio.
Perché la prima decade coincide con il Natale, il Solstizio, le altre Feste della Luce. È inverno, certo. Ma è l’inverno luminoso. Della fantasia, del sogno…. della speranza…
Va bene, porto acqua ai mio mulino. Perché Io sono capricorno. Della prima decade, ovviamente.
Come un certo Gesù di Nazareth. Vi dice qualcosa?