Chissà perché tutti (o quasi) dicono di amare, tanto, l’estate… Secondo me è solo una sorta di luogo comune. O un retaggio del passato. Di quando in estate, e solo in estate, si prendevano le, sospirate, ferie. E ci si precipitava in massa verso le spiagge.
Ma oggi? Le ferie vengono distribuite lungo tutto il corso dell’anno. E uno al mare ci può andare anche a Gennaio. Basta prendere un aereo. E poi Sharm costa meno di Jesolo, mi dicono. Le grandi fabbriche che chiudevano tutte insieme, non esistono ormai più, da tempo. Tanti, sempre di più, lavorano da remoto. Basta un computer e una connessione internet. Tutti felici e contenti…per lo meno molti… In attesa che quell’insigne consesso di filantropi, che è solito riunirsi a Davos, non realizzi i suoi programmi per un mondo migliore. Dopo di che, vi andrà di lusso se i bagni li potrete andare a fare alla Marana sotto casa…
Comunque io questo entusiasmo per l’estate non l’ho mai condiviso. Né capito. Neppure da ragazzo. Certo, le scuole chiuse erano un vantaggio. Ma poi c’era l’afa. Il caldo. Almeno sino a che rimanevi in città. E i condizionatori domestici merce rara. Roba per pochi. Mica come oggi…che, però, andrebbero tenuti spenti. Per salvare la democrazia e l’Ucraina. E sconfiggere Putin, lo zar nero. Il Babau. Almeno secondo Draghi. Che, certo, nella sua villa megagalattica patisce il caldo come un vero stoico….
E poi c’era e c’è il sudore. Fastidioso. Ripugnante. Perché i corpi sudati – e, chissà perché, sempre oleati – appaiono erotici solo in film come “Il postino suona sempre due volte”. Ricordate? Conturbante Jessica Lange che gronda sudore sul tavolo da cucina…ma nella realtà quotidiana sono alquanto ripugnanti. E maleodoranti…
E poi in estate, chissà perché ci deve essere questa smania di divertirsi a tutti i costi. E, soprattutto, di ostentare il divertimento. Anche se più simulato che reale. È forse la cosa che mi irrita maggiormente. Basta guardare i social. È tutto un tripudio di Happy Hour, di festini sulla spiaggia, di partecipazione ad eventi (espressione molto di moda, che non si capisce cosa diamine significhi)… Tutti sorridenti, urlanti come oche del Campidoglio, saltellanti, sudaticci… Tutti ad ostentare felicità, gioia di vivere, esuberanza… E fino a ieri se ne stavano rintanati come sorci, giravano in auto da soli con due mascherine, tremavano come foglie se sentivano uno sternuto in lontananza…e sarebbero pronti a tornare nel panico non appena, a ottobre, Mentana e la D’Urso cominciassero nuovamente a battere sul tamburo della paura. Magari questa volta per il vaiolo delle scimmie…
Ma in estate ci si deve divertire…. La tirannide tecno-sanitaria ha aperto le gabbie. E dobbiamo tutti festeggiare. Un momento di sfogo, per poi riprecipitare nel peggiore grigiore quotidiano. Per tornare in gabbia, come polli da batteria, che vengono fatti razzolare per qualche ora, solo allo scopo di poterli vendere, poi, come “ruspanti”.
Ma chi l’ha detto, poi, che deve essere questa la stagione del divertimento e della vita? E della trasgressione ?
Per me è una stagione…malinconica. Oltre che faticosa. La natura, nel suo, apprente, rigoglio, in realtà serba già in sé l’autunno. E, quindi, un senso, incombente, di morte. Il Sole cuoce la vegetazione lentamente, con il processo di un, immenso, Atanor. E prepara le ceneri
La stessa esaltazione dei sensi, tutti presi dalla percezione esteriore, ha qualcosa di cupo. Mortifero. D’annunzio ha descritto, come nessun altro, questo processo, sensuale ed alchemico insieme, nel terzo delle Laudi. L’Alcyone.
Mi verrebbe voglia di un’estate calma. Dalle atmosfere soffuse. E colori tenui. Un’estate come quella che Quarantotti Gambini – uno dei calligrafi della nostra letteratura, ingiustamente dimenticato – descrive ne “Le redini bianche”.
Estate di un’infanzia ancora incantata, sulle coste, candide, dell’Istria.
Estate senza strepiti, urla, delirio e sudore. Malinconica. Riflessiva
Quella per cui sento una strana nostalgia. Nostalgia per ciò che non ho mai vissuto…strana davvero. Come questa estate appena iniziata. E che mi appare già consunta.