George Simenon è un grande scrittore. Lo sanno tutti. Dunque non c’è bisogno che, al Salone del Libro di Torino qualcuno si metta a spiegarlo, a raccontare aspetti noti del creatore di Maigret e di una serie di bellissimi romanzi. O no? No, quando a parlarne sono i bravissimi Marco Malvaldi ed Ena Marchi. Uno scrittore ed una editor, una coppia assolutamente improponibile e, proprio per questo, perfetta per intrattenere il pubblico con un’ora di intelligenza, di allegria, di cultura e di particolari interessanti.
La Marchi, da addetta ai lavori, più tecnica, più approfondita nella descrizione. Malvaldi fintamente leggero, ma in realtà capace di dire cose intelligenti e gustose mentre scherza e diverte (lo aveva fatto anche il giorno prima parlando di Galileo). Uno di quei casi in cui il Salone acquista davvero un senso.
Ed allora si spiegano le differenze tra il Simenon di Maigret e quello dei romanzi, la scrittura differente, i problemi della traduzione in italiano, il rapporto tra lo scrittore belga e le trasposizioni televisive e cinematografiche, le ragioni del passaggio da Mondadori ad Adelphi. Sempre spiegando tutto con semplicità ma evitando le banalità.
Se proprio si vuole trovare una pecca, può essere individuata nella mancata spiegazione delle ragioni per un certo ostracismo nei confronti di Simenon nell’immediato dopoguerra. È vero che “il clima politico letterario non era favorevole” ma, forse, Marchi poteva anche ricordare che lo scrittore era accusato di essere stato dalla “parte sbagliata” durante la guerra. Ma in un’ora di vera cultura, 5 secondi di oblio possono essere perdonati..