In una intervista rilasciata a Vittorio Corelli e pubblicata da Electomagazine, il finanziere italoamericano Robert Agostinelli aveva spiegato le ragioni che lo avevano portato ad acquisire il 20% di Illy: proprietà famigliare e gestione affidata ad ottimi manager. Una ricetta intelligente che potrebbe anche essere alla base delle prossime acquisizioni previste in Italia. Ma una ricetta non sempre adottabile con facilità, in Italia.
Da un lato esistono famiglie di imprenditori che non vogliono rinunciare al controllo. Non solo a quello azionario, ma neppure a quello gestionale. Non si fidano, si sentono defraudati, preferiscono non vedere le gravi carenze di mogli, figli, nipoti. La famiglia prima di tutto, e pazienza se le seconde e terze generazioni distruggono ciò che era stato costruito. D’altronde come fidarsi di un manager che, in precedenza, lavorava per la concorrenza (e questo è un bene) ma che potrebbe lavorare per la concorrenza anche in futuro (e questo è un male inaccettabile)?
Il problema, però, è anche nella scelta del manager “giusto”. Perché o lo si forma in azienda, con la speranza che la crescita professionale sia accompagnata dal consolidamento di un rapporto umano e personale; oppure bisogna cercarlo all’esterno. Ed un padrone che ha creato la propria azienda, che l’ha fatta crescere, che l’ha curata come una figlia, è spesso refrattario ad affidarla ad uno sconosciuto.
Non è, però, che ci siano molte altre alternative. In teoria una ci sarebbe: che i figli dell’imprenditore fossero capaci, competenti, illuminati. In grado di proseguire l’attività e magari di farla crescere, sviluppare, rendere sempre più forte ed internazionale. Ci sono casi che funzionano. A partire dalla Ferrero che ha visto l’erede di famiglia smentire il pessimismo che lo circondava e portare il gruppo piemontese sempre più in alto con la collaborazione di un management scelto con cura ed abilità.
Però gli esempi positivi non sono numerosi. E si ritorna alla necessità di puntare sui manager. Ma un giovane imprenditore che eredita un’azienda e non ha la capacità di guidarla, avrà la capacità di scegliere i manager giusti? In caso contrario l’azienda, nella migliore delle ipotesi, dovrà essere ceduta. E gli avvoltoi internazionali sanno sempre dove andare a banchettare. Perché gli investitori puntano a rafforzare le aziende in cui entrano, gli avvoltoi mirano a spolparle.