Marco Bacigalupi realizza le sue pipe a Valrossara, una località in cui abitano undici persone nei pressi di Gavi, in Valle Scrivia, più o meno a metà strada tra Alessandria e Genova, sul versante piemontese dell’Appennino Ligure.
Dopo aver svolto diverse attività come grafico pubblicitario, designer e progettista, da una decina di anni ha deciso di trasformare quello che era un semplice hobby in un’attività professionale.
Genovese di nascita, è cresciuto come pipemaker nella bottega dell’amico Baldo Baldi, acquisendone i segreti e le tecniche di fabbricazione. Ma la sua fantasia lo ha portato oltre, verso lo sviluppo di tecniche di costruzione non del tutto usuali. In particolare, da qualche tempo a questa parte, ha affinato il sistema Reverse Calabash, una doppia camera d’aria tra cannello e bocchino che permette al fumo di espandersi e di raffreddarsi prima di raggiungere la bocca. Una trovata che riduce di molto la produzione di acquerugiola e che riduce ulteriormente il peso della pipa, rendendola adatta ad essere tenuta agevolmente tra i denti. Una seconda particolarità delle sue realizzazioni è il foro al fondo del fornello. Un sistema che permette al tabacco di bruciare interamente fino alla fine, anche se crea non poche difficoltà nella costruzione.
Una serie di procedimenti che hanno come scopo principale la massima piacevolezza della pipata. Secondo lui, infatti, la pipa deve essere innanzitutto uno strumento per fumare. Il che non gli impedisce di dare libero sfogo alla sua creatività quando si tratta di progettare e realizzare un suo pezzo.
La radica utilizzata è quella di Manno, di Poggio La Fossa a Casal di Pari in provincia di Grosseto, in piena Maremma. Tuttavia Bacigalupi non disdegna l’utilizzo in via sperimentale di altri materiali, dall’ulivo al Limone. Addirittura afferma che i ciocchi di acacia siano persino più adatti di quelli di Erica Arborea per la costruzione di pipe buone e resistenti. L’unico problema è rappresentato dalla difficoltà di procurarsi la materia prima. In tutta la sua vita ha realizzato solo tre esemplari con questo insolito materiale; in tutti e tre i casi il risultato è stato eccellente.
I bocchini sono tutti in ebanite. Niente metacrilato, materiale che Marco non ama perché troppo duro. L’ebanite è più morbida e si sposa meglio con la radica. Certo: perché non ingiallisca deve essere di prima qualità, come quella che Bacigalupi importa direttamente dalla Germania da una ditta che considera la migliore al mondo.
Le sue pipe sono adatte per fumare qualsiasi tipo di tabacco. Per lui è tempo di sfatare il mito secondo il quale sarebbe necessario abbinare mixtures a base Virginia e Latakia a pipe inglesi, gris alle francesi e kentuky alle italiane. Secondo il suo modo di vedere l’unico accorgimento che l’amante del fumo lento deve adottare è quello di fumare un buon tabacco in una buona pipa. Scelga il fumatore l’uno e l’altra. Bacigalupi non produce più di un centinaio di pezzi l’anno che fa arrivare nelle rivendite specializzate tramite i distributori. In Italia solo i punti vendita più esclusivi possono vantarsi di proporre al loro pubblico le due categorie prodotte dal loro creatore, vale a dire le Ancore e le Vele, nomi che rievocano la suo giovinezza trascorsa in riva al mare. Pezzi molto stimati dai collezionisti – “una nicchia nella nicchia” come dice Marco – anche per i prezzi piuttosto contenuti che variano dai centocinquanta Euro in su. Certo, se si vuole entrare in possesso di una fiammata liscia della categoria Le Vele, si può arrivare anche a superare i cinquecento Euro. Ma non è detto che si debba arrivare a queste cifre per potersi gustare una pipa interamente fatta a mano, con ottimi materiali e un’ottima fumabilità.
(Le foto del servizio sono di Eliodoro Pettiti)